Newsletter210323: Crisi bancarie, la ricreazione è finita

ECONOMIA&LAVORO Dopo che la crisi della Silicon Valley Bank e di Credit Suisse hanno riacceso i timori di una crisi globale del sistema bancario cerchiamo, con Antongiulio Mannoni, bancario e dirigente della CGIL, di districarci nel labirinto della finanza e di capire che cosa sta succedendo, che impatto potrebbe avere la crisi internazionale sull’Italia e che cosa succede nelle banche italiane sia a chi in banca ci lavora sia a chi ci tiene quel poco, sempre meno, che riesce a risparmiare. SINDACATO In Europa non si sciopera solo in Francia: il 15 e il 16 marzo ci sono state ampie mobilitazioni dei lavoratori in Grecia e in Gran Bretagna, dove arrivano risultati concreti: vigili del fuoco e lavoratori della sanità hanno costretto il governo di Rishi Sunak a ritoccare parecchio all’insù le proposte di aumenti salariali fatte prima degli scioperi.

Newsletter100123: lotte sindacali in Gran Bretagna: un Canto di Natale

In questa prima newsletter del 2023 pubblichiamo due articoli scritti negli ultimi scampoli di 2022 e che abbiamo ricevuto durante la consueta pausa festiva delle nostre pubblicazioni. SINDACATO Nel primo di tre articoli dedicati rispettivamente alle lotte sindacali, ai movimenti sociali e alla situazione politica britannici, lo storico Alberto Pantaloni, di cui prima di Natale abbiamo recensito il saggio su Hobsbawm storico del lavoro, ci fornisce notizie e riferimenti utili a comprendere in modo più approfondito il contesto in cui si sviluppa l’ondata di scioperi che scuote il Regno Unito e di cui ci siamo occupati a più riprese nei mesi passati. Il dato più rilevante è che aldilàdell’esito complessivo di questa mobilitazione gli scioperi hanno già fatto levitare la massa dei salari di centinaia di milioni di sterline.  CAPITALISMO Prendendo spunto dallo scandalo del Qatargate Amedeo Rossi evidenzia l’ipocrita reazione dei media e della politica europei, da anni al corrente degli interessi economici e  delle manovre di potere innescate da questi ultimi dietro le quinte della World Cup, e analizza gli intrecci di questo evento sportivo con la politica medio-orientale.

Newsletter111122: ISRAELE Elezioni, l’elefante nella stanza

ISRAELE Le elezioni del primo novembre segnano una forte ascesa della destra e in particolare della destra religiosa, con ricadute interne ed esterne, non solo sul rapporto coi palestinesi, ma anche con l’Iran, in particolare sul tema del nucleare. Ma in Israele il dibattito post elettorale si concentra più sui guai giudiziari di Netanyahu e sul servizio militare da “imboscato” dell’ex primo ministro Lapid, che dell’ “elefante nella stanza”. REGNO UNITO Una ricostruzione della situazione politica, economica e sociale britannica dopo la caduta del governo Truss e la sua precipitosa sostituzione. Salari, pensioni, affitti e prezzi delle case vengono travolti dall’inflazione, ma l’unica reazione degna di nota sembra essere quella dei sindacati dei trasporti, che, grazie ai recenti scioperi, sono riusciti ad aprire un negoziato su alcuni temi concreti. Per il resto la sinistra britannica appare in stato confusionale, inclusa l’ala corbyniana del Labour e il grosso del movimento sindacale.

Newsletter130922: “Con la morte di Elisabetta si chiude il 900”

POLITICA  Aldilà degli aspetti sentimentali e della retorica dalla Gran Bretagna trapela il timore che la scomparsa di Elisabetta faccia emergere contraddizioni a lungo sopite dell’ex potenza imperiale in crisi da ormai settant’anni. Un vuoto amplificato da una classe politica scadente quanto quella italiana. Ne parliamo con Alberto Pantaloni, storico e conoscitore del movimento operaio britannico. GUERRA Un lungo reportage del Washington Post raccoglie i racconti dei soldati feriti nei primi giorni della controffensiva su Kherson e contribuisce a farci intravvedere un’altra realtà, rispetto ai toni trionfalistici dei comunicati ucraini, che la stampa occidentale non può verificare, dal momento che le autorità militari hanno vietato l’accesso dei corrispondenti al fronte.

Newsletter240622: INFLAZIONE Si ferma (per sciopero) anche la Gran Bretagna

SINDACATO La proposta di aumenti salariali assai al di sotto di un’inflazione ormai al 10% è una delle cause del “più grande sciopero degli ultimi 30 anni” in atto in questi giorni nei trasporti britannici e che potrebbe innescare analoghe mobilitazioni anche tra gli insegnanti e nella sanità. Boris Johnson si scaglia contro i lavoratori e il sindacato, mentre il leader laburista Keir Starmer chiede al suo partito di non solidarizzare con loro. Ma qualcuno, per fortuna, disobbedisce. LAVORO Un recente rapporto sui salari italiani dell’Osservatorio Job Pricing, un centro studi privato, mostra che, contrariamente alle tesi dei propagandisti liberali, su cuneo fiscale e produttività l’Italia si trova abbastanza in linea con le principali economie europee e che la contrattazione collettiva non riesce a garantire salari abbastanza elevati né a preservarne il potere d’acquisto. Un fenomeno certo aggravato dalla pandemia, ma che ha origini ben più lontane.

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Newsletter271020: Sul covid anche Berlino litiga coi Laender

GERMANIA Anche nel paese indicato come modello nella lotta alla pandemia in Europa il conflitto tra l’autorità centrale dello Stato federale e i governi regionali complica la gestione della crisi sanitaria. Anche se qui c’è anche chi, ad esempio il governatore della Baviera, propone di trasferire competenze dalla periferia al centro invece del contrario. GRAN BRETAGNA Nelle aree più povere del paese il numero dei morti è più del doppio rispetto alle regioni più ricche. Lo denuncia Mark Serwotka, segretario generale di PCS, uno dei maggiori sindacati britannici, che attribuisce le responsabilità politiche di questa situazione a Boris Johnson, ma sottolinea anche l’assenza di un’opposizione energica da parte dei laburisti. CINA Sembrava che la Cina fosse ormai definitivamente al riparo e pronta ad approfittare della rapida uscita dalla crisi sanitaria per consolidare il proprio primato economico nel mondo, ma le notizie di un nuovo focolaio indicano che quanto meno il rischio di una ricaduta è presente. Qui poi i nuovi casi, ufficialmente tutti asintomatici, si sono registrati nello Xinjiang, regione agitata dalle tensioni tra Pechino e l’etnia uigura.

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Newsletter260520: la fase 2 di Boris

GRAN BRETAGNA La scorsa settimana ci eravamo occupati della Francia, in questa newsletter una ricostruzione della pandemia in Gran Bretagna, dell’atteggiamento del governo di Boris Johnson, del Partito Laburista e dei sindacati, della situazione della sanità britannica dopo 10 anni di tagli e dei possibili scenari futuri. E anche in questo caso l’impressione è che, aldilà delle naturali specificità nazionali, lo schema che si ripete nella sostanza sia sempre lo stesso. SINISTRE Il primo maggio Il Manifesto pubblica un appello intitolato ‘Basta con gli agguati’ al Conte bis, sottoscritto da alcune decine di docenti universitari, giuristi, intellettuali, che tira le orecchie a chi critica il Governo. La scorsa settimana Conte risponde indirettamente aprendo il dialogo con Salvini in un’intervista a Il Foglio. Insomma, mentre la pandemia e la crisi economica che ne deriva si abbattono in primo luogo sui lavoratori, gli intellettuali di sinistra si ergono a difensori di Conte. In risposta una ‘Lettera alla sinistra che difende Conte (invece dei lavoratori)’.

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Newsletter200320: ‘Cura Italia’: le misure sul lavoro

LAVORO&VIRUS Il decreto ‘Cura Italia’ garantisce ammortizzatori ai lavoratori che rimangono a casa, ma a chi è rimasto in servizio nel suo posto di lavoro riserva la pacca sulla spalla del ‘premio’ da 100 euro. Le famose 20.000 assunzioni nella sanità sono a tempo, insomma vieni a lavorare in condizioni infernali rischiando il contagio e tra 6 mesi te ne torni a casa. Nella newsletter di oggi una sintesi e un commento delle principali misure del decreto che riguardano il lavoro dipendente. I lavoratori della sanità dei maggiori paesi europei sono incensati e mandati allo sbaraglio a combattere un’epidemia senza avere i mezzi. In GRAN BRETAGNA, come racconta un articolo di The Tribune c’è chi è costretto a comprarsi guanti e mascherine, mentre in GERMANIA, come riportava ieri Die Junge Welt, ci sono associazioni datoriali che, in vista del diffondersi dell’epidemia, disdettano un accordo collettivo appena siglato coi sindacati dei medici per risparmiare su straordinari e turni di reperibilità. E’ il liberalismo sanitario.

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Newsletter101219: Germania, crolla la produzione industriale

ECONOMIA In Germania nei giorni scorsi sono stati diffusi i dati sull’andamento dei principali indicatori economici nel terzo trimestre: la produzione industriale fa registrare un calo dell’1,7%, mentre le esportazioni continuano a crescere, aumentano sensibilmente i lavoratori colpiti dal Kurzarbeit (una sorta di cassa integrazione) e diminuiscono le ore di straordinario. Lo spettro della recessione incombe anche sulla locomotiva tedesca. LOTTE Dopo cinque giorni di sciopero che hanno paralizzato il paese il braccio di ferro tra il governo francese e i sindacati si avvicina a un passaggio decisivo. Nel secondo giorno dello sciopero PuntoCritico ha intervistato Eric Beynel, portavoce di Solidaires, organizzazione parte dell’intersindacale che ha promosso gli scioperi e terzo sindacato tra i ferrovieri francesi protagonisti della lotta. POLITICA A 48 ore dal delicato voto in Gran Bretagna i sondaggi vedono i Tories probabili vincitori sui laburisti. Le anticipazioni e le promesse filtrate in campagna elettorale del resto fanno pensare che per Corbyn una vittoria non farebbe che accrescere le contraddizioni all’interno del Labour e del suo elettorato fino al limite della sostenibilità.

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Newsletter230719: UE Burocrazia dai piedi d’argilla

EUROPA Le cronache da Bruxelles, con l’elezione di misura della nuova presidentessa della Commissione Europea e l’avvio della trattiva sui 28 commissari (e da noi le immancabili polemiche nel Governo), è l’occasione per cercare di capire un po’ più nel dettaglio come funziona l’UE. Secondo una regola aurea il numero degli organismi e delle regole di un’organizzazione è inversamente proporzionale alla fiducia reciproca tra i suoi membri. Se applichiamo questa regola all’UE potremmo concluderne che i primi ‘euroscettici’ sono stati gli stessi artefici dei trattati europei. Ma è un paradosso che si inscrive perfettamente nella natura contraddittoria dell’Unione. GEOPOLITICA Lo scontro diplomatico e militare tra Gran Bretagna e Iran rivela le flagranti contraddizioni dello schieramento occidentale, in cui USA, Europa, Gran Bretagna e Spagna giocano ciascuna la propria partita, fino al paradosso che Londra, alla vigilia della Brexit, apre un caso diplomatico per difendere le sanzioni di Bruxelles alla Siria.

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