Newsletter191223: Guerra del gas, la madre di tutte le fake news

ECONOMIA&(DIS)INFORMAZIONE “Gli aumenti delle tariffe energetiche sono stati scatenati dalla guerra in Ucraina.” “Putin ha usato il gas come una clava contro l’Occidente riducendo l’offerta e facendo alzare i prezzi, ma ha perso grazie all’intervento dell’Ue, che ha tenuto sotto controllo i prezzi.” Non importa che si tratti di fake news di Stato, veicolate dai principali mezzi di comunicazione a tutto beneficio di aziende energetiche in cui i rappresentanti degli Stati e quelli dei colossi finanziari che fissano i prezzi del gas spesso sono soci. Come spiegava Goebbels “una menzogna ripetuta mille volte diventa una realtà”. Ma in questo caso viene smentita persino da un moderato professore universitario, ex sindaco Pd e autore Laterza, Alessandro Volpi, in un recente convegno su Canale Energia, di cui abbiamo trascritto integralmente la relazione introduttiva. 

Newsletter100223: Geopolitica e lotta di classe in Estremo Oriente

POLITICA&SINDACATO Tre notizie tratte dalla stampa internazionale ci illuminano sull’intreccio tra confronto geopolitico e lotta di classe in Estremo Oriente e sul potenziale ruolo che le organizzazioni dei lavoratori americane ed europee potrebbero svolgere per evitare una precipitazione degli eventi, in particolare un conflitto nel Pacifico: 1. l’inflazione mette a rischio le ottime relazioni tra sindacato, imprese e governo in un Giappone che da tempo ha messo da parte la “Costituzione pacifista”; 2. i servizi segreti fanno irruzione nella sede centrale della Confederazione dei Sindacati della Corea del Sud, adducendo a giustificazione le presunte relazioni di alcuni funzionari sindacali col Nord; 3. in un incontro tra grandi gruppi della finanza tecnologica svoltosi a New York il rappresentante di un fondo di capital venture legato all’amministrazione Biden ha dichiarato che una guerra Cina-USA nel Pacifico sarebbe una grande opportunità per le aziende come la sua.

Newsletter111122: ISRAELE Elezioni, l’elefante nella stanza

ISRAELE Le elezioni del primo novembre segnano una forte ascesa della destra e in particolare della destra religiosa, con ricadute interne ed esterne, non solo sul rapporto coi palestinesi, ma anche con l’Iran, in particolare sul tema del nucleare. Ma in Israele il dibattito post elettorale si concentra più sui guai giudiziari di Netanyahu e sul servizio militare da “imboscato” dell’ex primo ministro Lapid, che dell’ “elefante nella stanza”. REGNO UNITO Una ricostruzione della situazione politica, economica e sociale britannica dopo la caduta del governo Truss e la sua precipitosa sostituzione. Salari, pensioni, affitti e prezzi delle case vengono travolti dall’inflazione, ma l’unica reazione degna di nota sembra essere quella dei sindacati dei trasporti, che, grazie ai recenti scioperi, sono riusciti ad aprire un negoziato su alcuni temi concreti. Per il resto la sinistra britannica appare in stato confusionale, inclusa l’ala corbyniana del Labour e il grosso del movimento sindacale.

Newsletter190722: Amazon Warriors, la dura vita degli ex militari in Amazon

LAVORO Da tempo Amazon ha adottato un programma speciale di reclutamento dei propri dipendenti tra i gli ex militari, un modo per agevolare l’imposizione della disciplina da caserma che vige nei suoi magazzini, ma anche per disporre di personale preparato a svolgere compiti riservati, come raccogliere notizie sull’attività sindacale in azienda. Anche loro sono soggetti a uno sfruttamento scientifico e cinico. Lo denuncia un libro in uscita ad agosto negli USA dedicato al difficile reinserimento dei veterani americani. ECONOMIA&POLITICA Dopo l’Economist anche il colosso assicurativo Allianz lancia l’allarme sugli effetti sociali della pandemia e dell’inflazione nel mondo e analizza il ruolo dei social come possibile volano delle proteste.

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Newsletter080722: INFLAZIONE L’Economist teme instabilità sociale e politica

POLITICA&ECONOMIA L’Economist prevede che l’inflazione scateni un’ondata di instabilità politica e sociale ed esprime preoccupazione. Ma invece di interrogarsi su questa diagnosi la sinistra italiana pensa alla composizione del prossimo Parlamento. L’articolo dell’Economist stila un elenco di paesi a rischio e colloca l’epicentro dell’instabilità nei grandi centri urbani dei paesi poveri. A questo elenco si aggiunge il Senegal, paese comunemente giudicato “tranquillo”, ma le elezioni di fine e mese e i contraccolpi economici e geopolitici dell’Ucraina potrebbero spingerlo verso il caos.

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Newsletter110222: Crisi ucraina e inflazione si abbattono sui redditi più bassi

ECONOMIA&POLITICA Mai come in questo periodo viene a galla con irrefutabile evidenza l’intreccio che unisce politica internazionale e questione sociale. La crisi ucraina rafforza un’impennata dei prezzi dei combustili che sta colpendo i paesi europei, ma, al loro interno, penalizza soprattutto i lavoratori e le fasce sociali a basso reddito, dispiegando, come dimostra una recente analisi del think tank liberale Bruegel, un effetto di redistribuzione della ricchezza dal basso verso l’alto, che in Italia è particolarmente acuto, quasi sei volte più che in Francia. Ma a chiedere al governo di essere protette dall’inflazione sono soprattutto le aziende.

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Newsletter080222: Salari, un treno da non perdere

LAVORO&ECONOMIA In tutto il mondo crescita economica più rapida del previsto, carenza di manodopera e inflazione spingono i salari all’insù e la questione diventa oggetto di dibattito tra gli economisti. I grandi quotidiani finanziari e i centri studi del capitalismo internazionale esprimono preoccupazione per un trend che nel 2022 potrebbe rafforzare i sindacati e provocare un rimbalzo medio dei salari europei del 3% e nelle maggiori economie il salario minimo viene aumentato (in Germania sarà 12 euro l’ora da ottobre). La logistica da punto di forza si trasforma nel tallone d’Achille del capitalismo globale. In Italia, la peggiore in Europa quanto a dinamica salariale negli ultimi trent’anni, invece di approfittare della congiuntura potenzialmente favorevole il sindacato firma rinnovi contrattuali con aumenti ben al di sotto del 3% e in alcuni settori le trattative languono ma non si sciopera. Ci vedremo sfilare un’occasione propizia sotto il naso restando inerti?

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Newsletter010222: La crisi della democrazia borghese

POLITICA Le contese di palazzo scatenatesi attorno alla scelta del “nuovo” presidente della repubblica, aldilà del loro possibile impatto sull’immediato futuro del governo, evidenziano un problema strutturale: la crisi della democrazia borghese in Italia, tassello di un fenomeno più generale che investe le grandi democrazie occidentali. ECONOMIA Dietro l’ondata inflazionistica che investe materie prime e combustibili c’è la congestione del sistema logistico su cui si innerva l’economia mondiale. Un network cresciuto privilegiando rapidità e redditività in condizioni ordinarie, a scapito della capacità di  reazione a turbolenze fuori dall’ordinario come quella provocata dalla pandemia.Come in un castello di carte basta toglierne una per far collassare l’intera struttura. Ed è proprio ciò che rischia di succedere.

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Newsletter240718: decreto dignità, tanto rumore per nulla

POLITICA L’aspra discussione intorno alle ripercussioni negative del cosiddetto decreto dignità sull’occupazione è basata sul nulla. Lo stesso Boeri alla Camera ha ammesso che l’INPS non ha strumenti certi per prevedere gli effetti di misure di quel genere prima della loro entrata a regime. E tuttavia lo scontro su questo tema rappresenta un gioco delle parti da cui ciascuno dei protagonisti ricava un utile: Di Maio avalla l’idea che il decreto sia un superamento del Jobs Act, il PD può gridare all’estremismo del Governo. Fino al punto di bocciare un altro articolo del decreto che nella scorsa legislatura lui stesso aveva proposto, quello riguardante l’aumento degli indennizzi in caso di licenziamento senza giusta causa. ECONOMIA Il ‘Forum BCE’, riunitosi in Portogallo dal 26 giugno ha espresso preoccupazione per una dinamica dei salari che non riesce a tenere il passo con l’inflazione, in cui dunque la ripresa economica non produce un miglioramento generale delle condizioni di vita. Sono le conseguenze della ‘cura tedesca’: in molti paesi cioè la disoccupazione diminuisce attraverso la creazione di lavoro sottopagato. Perciò nei prossimi anni la questione salariale occuperà un posto centrale. SINISTRA Il politologo Galli della Loggia sul Corriere della Sera ha lanciato un monito rivolgendosi alle élites, responsabili di anni di subalternità all’europeismo neoliberale e di demonizzazione dell’idea di nazione che hanno aperto la strada al nazionalismo becero di Salvini. L’editoriale riflette uno scontro nella classe dirigente di cui una sinistra priva di autonomia riproduce al proprio interno le linee di frattura, in parte andando a traino dei CinqueStelle, in parte invece riproponendo per l’ennesima volta un’alleanza, pur già in passato rivelatasi autolesionistica, con la ‘parte progressista dell’establishment’.

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