GUERRA Dopo due anni e mezzo di appelli a inviare le armi alla “resistenza” perché gli ucraini vogliono combattere, anche in Italia la stampa “scopre” che milioni di ucraini disertano, si sottraggono alla leva o addirittura, come riporta la Associated Press, una volta rapiti e deportati al fronte rifiutano di sparare sui russi. E sono soprattutto proletari, perché, come spiega un reportage del Guardian, gli arruolatori preferiscono andare a rapire i renitenti nei quartieri poveri ed evitano i quartieri residenziali. Mentre un gruppo di genieri ucraini in missione in territorio russo dichiara ai giornalisti della CNN: “Dovevamo difenderci dall’invasione russa e ora siamo noi a invadere loro”.
Ucraina
Newsletter210524: Da Kiev a Tel Aviv, la guerra a spese dei proletari
GUERRA A ricordarci che le guerre in atto oltre che conflitti tra paesi sono anche, forse soprattutto, conflitti tra classi dominanti e proletari dei paesi belligeranti ci sono due fiumane di persone che la guerra alimenta e ingrossa: il primo è quello dei disertori e dei renitenti alla leva ucraini che attraversano i confini dei paesi vicini per sottrarsi alla chiama alle armi, l’altro quello dei lavoratori indiani in viaggio verso una zona di guerra, Israele, per sostituire la forza-lavoro palestinese, col governo indiano che li mette in guardia dai pericoli ma non muove un dito per fermarli.
Newsletter190424: Foreign Affairs conferma la “quasi pace” del marzo 2022
POLITICA In un articolo pubblicato martedì Foreign Affairs analizza i documenti della trattativa tra Ucraina e Russia nel marzo 2022 e conferma, pur con mille cautele, che il quadro per un accordo di pace tra le parti era pronto e che “non ha riscosso l’interesse della NATO”. Una clamorosa smentita della tesi secondo cui non c’era alternativa a continuare la guerra perché la Russia ha sempre rifiutato il negoziato. Ecco cosa dice Foreign Affairs. LOTTE La vertenza Tesla in Svezia prosegue: il sindacato conferma che sta ancora scioperando, sale la pressione dei fondi pensione scandinavi affinché si trovi una soluzione, mentre Musk annuncia 14.000 esuberi e liscia il pelo alla destra in vista di una sua ascesa negli USA e nel mondo.
Newsletter120424: Balcani, la bomba in cortile
GEOPOLITICA Sui confini orientali dell’Italia si trova una regione che nella storia d’Europa è stata un perenne focolaio di instabilità e di guerre: i Balcani. Eppure i media e la politica italiani continuano a ignorare ciò che avviene dall’altra parte dell’Adriatico o a parlarne in modo elusivo, abitudine di cui la rimozione dei bombardamenti italiani sulla ex Jugoslavia (“la guerra in Ucraina è la prima in Europa dal ‘45”…) è l’esempio più clamoroso. Una bomba nel cortile di casa che la guerra in Ucraina rischia di far deflagrare da un momento all’altro e di cui nessuno parla. Perché? Perché parlarne significherebbe scoprire le manovre e gli affari dell’imperialismo italiano nella regione, di cui rischiamo di pagare i costi. LETTURE A proposito di rimozioni storiche, una graphic novel di Emanuele Giacopetti rompe l’omertà di Stato su uno degli episodi più infami del colonialismo italiano: il massacro di Addis Abeba.
Newsletter090424: Intelligenza artificiale: opportunità, minaccia o…?
TECNOLOGIA L’intelligenza artificiale è diventato uno dei temi più gettonati e come sempre la discussione oscilla tra un entusiasmo e una demonizzazione altrettanto infondati. Come ci spiega Caterina Maggi nel suo excursus sull’argomento, il problema, come sempre, non è la tecnologia, che è un semplice strumento, ma chi la usa. POLITICA Il recente attentato a Mosca ha aperto una diatriba sui responsabili: i servizi segreti ucraini e NATO o l’ISIS? Un articolo di maggio 2023 del Middle East Media Research Institute ci dimostra che le due ipotesi non sono incompatibili e che tra i jihadisti in Ucraina alcuni si sono schierati con Kiev, altri con Mosca, altri ancora, almeno un anno fa, si dicevano neutrali.
Newsletter270224: L’imperialismo italiano a due anni dall’invasione dell’Ucraina
POLITICA A due anni dall’invasione russa dell’Ucraina non solo la carneficina non accenna a terminare, ma la guerra provoca uno strisciante ma profondo adeguamento della società italiana a una nuova fase di conflitti internazionali, che spiega anche alcuni episodi di attualità. La guerra, ad esempio, è il pretesto per irrigidire la disciplina sociale a partire dai giovani. “Il nemico è in casa nostra”, lo conferma persino un lungo reportage di Foreign Policy, secondo cui le armi impiegate dai russi in Ucraina contengono una eccezionale quantità di componenti americane ed europee vendute loro da aziende che lucrano sulla guerra aggirando le sanzioni relativamente modeste. Eppure i giornali non pubblicano liste di proscrizione coi nomi delle aziende, come invece avviene con chi critica la NATO.
Newsetter230224: CILE Mapuche, con Boric più repressione
POLITICA Sotto il governo “progressista” di Boric in Cile la situazione peggiora anche per i nativi di etnia mapuche, tradizionalmente oppressi dalla popolazione bianca. Come ci spiega Elena Rusca cresce il numero dei prigionieri politici e nelle prossime settimane potrebbe esserci un pronunciamento delle Nazioni Unite. GUERRA Un articolo dell’ex capo di stato maggiore russo Baluevsky dedicato alle lezioni della guerra in Ucraina analizza i cambiamenti di fondo del modo di combattere, la vulnerabilità degli eserciti moderni e delle singole armi e sfata il mito della “guerra pulita” dove a morire sono solo i nemici dei paesi occidentali, resi invulnerabili dalle loro infallibili (e costosissime) armi high-tech.
Newsletter101023: SUDAN Forze ucraine contro la Wagner? L’inchiesta CNN
INTERNAZIONALE Un’inchiesta della CNN avanza l’ipotesi di una presenza delle forze speciali ucraine in Sudan, considerata “probabile” da una fonte militare anonima ucraina e non confermata né smentita dalle autorità di Kiev. I soldati ucraini sarebbero gli autori di una serie di attacchi con droni ai danni delle Rapid Special Forces, una delle due milizie protagoniste del conflitto nel paese africano, alleate e socie in affari della Wagner e di Mosca. LOTTE Non se ne parla quasi più, ma gli scioperi dei sindacati britannici per strappare aumenti salariali adeguati all’inflazione stanno andando avanti e portando risultati non straordinari, ma che non sarebbero arrivati senza la lotta dei lavoratori. Nell’articolo di Nigel Smith cronaca, dati e qualche riflessione sul potenziale ruolo della sinistra britannica.
Newsletter260923: oligarchi sotto attacco, la guerra dei capitali nascosti
GUERRA&FINANZA A volte seguire i flussi di danaro e le loro peripezie lungo le filiere del risparmio e degli investimenti internazionali può essere un modo per tentare di decifrare gli arcani della geopolitica. È o, meglio, potrebbe essere il caso delle inchieste dell’Agenzia delle Entrate americana sui patrimoni degli oligarchi russi custoditi al riparo dalle sanzioni in alcuni fondi fiduciari americani (ma succede anche in Europa) e, soprattutto, dell’arresto di Igor Kolomoiski, l’oligarca che ha sostenuto l’ascesa del presidente ucraino Zelenski prima come attore e poi come politico. Avvenimenti arrivati nelle scorse settimane, proprio quando il fallimento della “controffensiva” di Kiev e il crescente fastidio degli alleati per le assillanti richieste dello stesso Zelenski sono sempre più evidenti. PUNTOCRITICO Una giornata al SA Newroz di Pisa dedicata al lavoro in Amazon: il nostro resoconto. LOTTE Diverse fonti affermano che lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, iniziato a maggio, potrebbe essere vicino alla fine e ciò riaprirebbe la trattativa degli attori, che invece scioperano da luglio. Il tema dell’intelligenza artificiale resta il più controverso.
Newsletter280423: Prigozhin, sull’Ucraina tensioni nell’establishment russo?
GUERRA Nelle scorse settimane i giornali hanno dato conto di un lungo articolo del capo della Wagner, Evgeny Prigozhin, presentandolo come una richiesta di sospendere le operazioni in Ucraina. In realtà il “cuoco di Putin” fa un ragionamento più articolato, che vede in un eventuale negoziato i germi della strategia di lento logoramento che Washington perseguirebbe in Ucraina e nella recente diffusione dei leaks coi piani della controffensiva di Kiev uno stop americano all’alleato. È un testo da prendere con le pinze, ma certo riflette tensioni crescenti nell’establishment putiniano, di cui proprio il conflitto in atto tra i generali russi e Prigozhin è un sintomo. Il fatto che questi sembri rivolgersi più a Mosca che all’Occidente potrebbe conferire alle sue parole un significato meno propagandistico di quanto ci si attenderebbe. INTERNAZIONALE Il figlio dell’ex scià Rehza Pahlavi, in visita a Roma nei giorni scorsi, partecipa a un convegno alla Camera ed è ospite di Vespa. Il commento di Alì Ghaderi (Fedayn del Popolo): “Per gli iraniani il figlio di un dittatore non è l’alternativa ai mullah”. SALARIO MINIMO Una nuova piattaforma su internet per informarsi, discutere, organizzare.