Newsletter101023: SUDAN Forze ucraine contro la Wagner? L’inchiesta CNN

INTERNAZIONALE Un’inchiesta della CNN avanza l’ipotesi di una presenza delle forze speciali ucraine in Sudan, considerata “probabile” da una fonte militare anonima ucraina e non confermata né smentita dalle autorità di Kiev. I soldati ucraini sarebbero gli autori di una serie di attacchi con droni ai danni delle Rapid Special Forces, una delle due milizie protagoniste del conflitto nel paese africano, alleate e socie in affari della Wagner e di Mosca. LOTTE Non se ne parla quasi più, ma gli scioperi dei sindacati britannici per strappare aumenti salariali adeguati all’inflazione stanno andando avanti e portando risultati non straordinari, ma che non sarebbero arrivati senza la lotta dei lavoratori. Nell’articolo di Nigel Smith cronaca, dati e qualche riflessione sul potenziale ruolo della sinistra britannica.

Newsletter060623: Una lotta internazionale, intervista a un rider Wolt

LAVORO Nei mesi scorsi molti paesi sono stati attraversati dalle mobilitazioni dei lavoratori di Wolt, una delle principali piattaforme di food delivery, che non opera in Italia, ma è molto attiva nel resto del mondo, inclusi paesi asiatici come Georgia e Kazakhstan, dove i lavoraatori sono entrati in sciopero. L’intervista a un rider pakistano che lavora in Grecia chiarisce le ragioni di questa inedita mobilitazione internazionale. SUDAN La tragedia umanitaria scatenata dalla guerra, di cui ci siamo già occupati in altre due newsletter approda anche alle Nazioni Unite, ma, come ci racconta Elena Rusca, organismi sovranazionali e potenze globali non sembrano interessati a metter fine al conflitto quanto a specularvi.

Newsletter190523: il Gandhi turco che parla come Trump

TURCHIA Nei giorni scorsi i nostri media hanno parlato delle elezioni in Turchia presentando il capo dell’opposizione Kilicdaroglu, un uomo che propone di cacciare i profughi siriani e afgani e di negare loro una casa, come un mite 74enne in lotta per la democrazia. SUDAN Escono ulteriori conferme su quanto avevamo scritto due settimane fa: l’Italia dal 2016 fornisce armi e addestramento a una delle milizie che stanno mettendo a ferro e fuoco il paese (i janjaweed – diavoli a cavallo –  noti per le brutalità compiute in Darfur), aiuti ufficialmente concessi per “combattere l’immigrazione clandestina” col beneplacito di Bruxelles. Lo conferma in un video il comandante, che ringrazia. A fare il tifo per lo sfidante di Erdogan e a tacere delle responsabilità italiane in Sudan non sono i partiti “sovranisti” e i loro giornali di area, ma l’intero circuito politico-mediatico dell’imperialismo italiano, nelle sue versioni di centrosinistra e di centrodestra.

Newsletter050523: Sudan, scheletri nell’armadio dell’imperialismo

SUDAN I fondi europei per controllare i flussi migratori versati alle milizie dei signori della guerra che oggi si contendono il paese, l’ira americana per la concessione di una base navale nel Mar Rosso a Putin e la cogestione delle miniere d’oro col gruppo Wagner e, infine, le relazioni poco chiare tra l’Italia e le Rapid Support Forces, socie di Prigozhin e accusate di crimini contro la popolazione civile del Darfur. GAS&GEOPOLITICA A un mese dalla nostra inchiesta sull’alleanza tra ENI e Lukoil in Congo la stampa italiana ora parla dell’impianto di produzione di GNL a Marine XII, ma sorvola sul ruolo della compagnia energetica russa. Intanto la ONG ReCommon pubblica un rapporto sugli affari fatti da SNAM e Intesa San Paolo nel 2022 grazie al gas liquido americano, ma anche a quello russo. Insomma, ai pacifisti si chiede di prendere le distanze dalla Russia, ma l’imperialismo italiano continua a fare affari con Mosca, pur cercando di nasconderlo.

Newsletter070619: FCA perde il tram Renault

ECONOMIA mentre ci si incammina verso l’era dell’auto elettrica FIAT-FCA rimane fuori dal processo di aggregazione delle grandi case automobilistiche, per di più senza aver investito un quattrino in ricerca per prepararsi alla rivoluzione che attraverserà il settore. Di Maio reagisce col più classico principio dei liberali – laissez faire, lasciamo fare il mercato, insomma cedendo il ruolo dei ‘sovranisti’ a francesi e giapponesi. SUDAN Uno sciopero generale, una nuova ondata di repressione da parte del consiglio di transizione militare e la rottura degli accordi presi tra questo e l’opposizione determinano una nuova escalation di violenze e confermano che difficilmente la transizione in Sudan sarà pacifica e di breve durata. CINA Per comprendere situazioni come quella sudanese bisogna tenere presente che in Africa ai fattori locali si sommano sempre interferenze esterne. La Cina è una delle potenze mondiali più attive allo stesso tempo meno appariscenti nel teatro africano. Ne parliamo con Simone Pieranni, redattore de Il Manifesto e profondo conoscitore del colosso cinese.

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Newsletter140519: Sudan, lavoratori protagonisti

SUDAN A un mese dalla deposizione dell’ex presidente al-Bashir lo scontro politico e sociale è tra il Consiglio di transizione, espressione delle gerarchie militari, e le forze di opposizione, tra cui spicca la coalizione di organizzazioni sindacali e comitati popolari che a partire dallo scorso autunno è stata il cuore della sollevazione contro il regime: il ‘Raggruppamento dei lavoratori specializzati del Sudan’. Di che cosa si tratta? SCUOLA Dopo la grande ondata di lotte nella scuola americana gli insegnanti entrano in azione anche in Europa. Ad aprile ci sono stati scioperi anche in Francia, mentre in Polonia il personale docente si è fermato addirittura per due settimane, un lungo braccio di ferro col governo nazionalista e i suoi alleati, tra cui la Chiesa Cattolica. La scuola italiana, al contrario, sembra attraversare una lunga fase di pax sindacale. Nonostante l’incessante susseguirsi di riforme che riducono le risorse a disposizione della scuola pubblica e ne modificano lo statuto, rendendola sempre più simile a un’azienda, gli scioperi sono rari e la partecipazione limitata. Abbiamo chiesto a un insegnante quali sono secondo lui le ragioni di questa situazione. SINDACATO La CGT francese entra nella fase finale del suo congresso nazionale e nella discussione, seguita svogliatamente dagli iscritti e con scarsa eco pubblica, emergono problemi e contraddizioni che ricordano, con le dovute differenze, lo schema osservato anche nel recente congresso della CGIL. A conferma che anche la crisi del sindacato è un fenomeno internazionale.

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Newsletter160419: intelligenza artificiale, maneggiare con cura

LAVORO&IA Quale sarà l’impatto  della tecnologia e dell’intelligenza artificiale sulla società in generale e in particolare sul mondo del lavoro di domani? E’ una delle domande che ogni tanto fa capolino nel dibattito pubblico e di solito l’attenzione si concentra sulla possibile sostituzione di lavoratori in carne e ossa con macchine e sistemi intelligenti. Ma i ricercatori indicano che i problemi sono anche e forse soprattutto altri. Uno studio dell’European Trade Union Institute ad esempio punta il dito su privacy e destrutturazione del rapporto di lavoro. SALARIO Mentre nel Parlamento italiano inizia la discussione sulla proposta del salario minimo contenuta nel contratto di governo tra Lega e M5S (con CGIL CISL e UIL contrarie), in Gran Bretagna, dove questo istituto è stato introdotto 20 anni fa, scatta un aumento a 8,21 sterline l’ora e il sindacato britannico chiede che esso venga ampliato e rafforzato. POLITICA La deposizione di Omar al-Bashir in Sudan e le dimissioni di Bouteflika in Algeria suggeriscono l’idea di una seconda ondata di primavere arabe. Il Sudan, in particolare, con la discesa in campo dei militari, ricorda quanto avvenne 8 anni fa in Egitto, ma tra i due paesi esistono anche differenze rilevanti che potrebbero determinare un altro corso degli eventi.

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Newsletter220119: Sudan in ebollizione

POLITICA Mentre infuria la polemica tra Italia e Francia sul ruolo coloniale di Parigi in Africa, nessuno si accorge di quanto sta succedendo in Sudan, dove da 40 anni regna un militare che all’Europa, Italia e Francia incluse, fa comodo tenere al suo posto. SINDACATO Dal 30 gennaio 40mila infermiere irlandesi entreranno in sciopero e si preannuncia una lotta dura, con altre 5 giornate di astensione dal lavoro entro la metà di febbraio. Denunciano paghe e condizioni di lavoro inaccettabili, che, nel paese con la sanità più liberalizzata d’Europa, stanno provocando una vera e propria fuga del personale dagli ospedali, mentre i pazienti trascorrono notti intere parcheggiati sulle barelle che si assiepano negli atri dei pronto soccorso. CINEMA Anche se i risultati del botteghino non sono esaltanti Hollywood continua a sfornare film di argomento politico, che riflettono le inquietudini dei liberal americani, lo choc post Trump, il ritorno della questione razziale. Una breve rassegna dei film politici in arrivo nel 2019 conferma questa tendenza.

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