Newsletter050523: Sudan, scheletri nell’armadio dell’imperialismo

SUDAN I fondi europei per controllare i flussi migratori versati alle milizie dei signori della guerra che oggi si contendono il paese, l’ira americana per la concessione di una base navale nel Mar Rosso a Putin e la cogestione delle miniere d’oro col gruppo Wagner e, infine, le relazioni poco chiare tra l’Italia e le Rapid Support Forces, socie di Prigozhin e accusate di crimini contro la popolazione civile del Darfur. GAS&GEOPOLITICA A un mese dalla nostra inchiesta sull’alleanza tra ENI e Lukoil in Congo la stampa italiana ora parla dell’impianto di produzione di GNL a Marine XII, ma sorvola sul ruolo della compagnia energetica russa. Intanto la ONG ReCommon pubblica un rapporto sugli affari fatti da SNAM e Intesa San Paolo nel 2022 grazie al gas liquido americano, ma anche a quello russo. Insomma, ai pacifisti si chiede di prendere le distanze dalla Russia, ma l’imperialismo italiano continua a fare affari con Mosca, pur cercando di nasconderlo.

Newsletter070423: ENI, affari coi russi lontano da occhi indiscreti

CAPITALISMO Il 20 marzo a Pointe-Noire, Repubblica del Congo, dirigenti di ENI e di una quarantina di imprese, parecchie delle quali  italiane, sottoscrivono un accordo legato alla produzione di gas liquido in società con la seconda compagnia petrolifera russa, Lukoil, anch’essa presente coi propri emissari, e con l’azienda petrolifera di Stato del regime di Denis Sassou-Nguesso. Lo stesso giorno Lukoil annuncia di aver presentato, ancora in coppia con ENI, un’offerta congiunta per lo sfruttamento di altri due blocchi offshore al largo delle coste congolesi. Ma nel corso della cerimonia a Pointe-Noire, riferiscono i testimoni, nessun italiano cita mai l’azienda russa e la stampa italiana si guarda bene dal parlare degli “affari col nemico”. Insomma l’imperialismo italiano con una mano invia armi a Kiev e punta l’indice accusatore contro i pacifisti, con l’altra continua a fare affari con Mosca (e con le dittature africane).

Newsletter030323: ENI “pietra angolare” dell’imperialismo italiano

IMPERIALISMO ENI, l’azienda energetica di Stato, opera all’interno di un intreccio di interessi e di relazioni tra Transizione energetica, Esteri e Difesa, che ne fa una sorta di succursale di quei tre ministeri o forse, vista la qualità dei ministri che in questi anni hanno ricoperto alcuni di quegli incarichi, la sede del vero superministero della politica italiana nel mondo. Alcune riflessioni sul significato delle vicine nomine del CdA da parte del Governo, gli scandali e le accuse di corruzione e di greenwashing, le relazioni pericolose con l’apparato militar-industriale. SOCIETÀ Un recente episodio, che ha visto coinvolto uno dei nostri collaboratori a Torino, fa luce sull’utilizzo politico (e da che pulpiti) dell’accusa di antisemitismo come clava per colpire chiunque critichi non il popolo ebreo ma la politica dello Stato di Israele.

Newsletter180122: Corsa al Quirinale e politica internazionale

INTERNAZIONALE Una newsletter che affronta il tema del posizionamento geopolitico dell’Italia da due differenti punti di vista: il primo riguarda i fattori internazionali sottesi alla prossima elezione del Presidente della Repubblica, attraverso un’analisi degli indirizzi assunti dalla politica estera italiana nel settennato di Mattarella; il secondo invece riguarda gli interessi dell’ENI in Kazakistan e rievoca le responsabilità dell’azienda di Stato italiana nella violenta repressione degli scioperi del settore petrolifero 10 anni fa nella regione del Mangystau.

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