Newsletter171023: Arabia Saudita, schiavi di Amazon

LAVORO Amnesty International e l’International Consortium of Investigative Journalism hanno intervistato decine di lavoratori nepalesi impiegati nei magazzini Amazon in Arabia Saudita e hanno scoperto  che per reclutare i suoi magazzinieri il colosso americano ricorre anche ad agenzie per la fornitura di manodopera coinvolte nel traffico di esseri umani. Agenzie che, inoltre, sfruttano il barbaro sistema locale del “kefala”, che regola i rapporti di lavoro facendo dei lavoratori dei veri e propri schiavi, per abbattere i costi. AMBIENTE Persino le Nazioni Unite si sono accorte dei rischi della transizione energetica. Recentemente il relatore speciale sul tema sostanze tossiche e diritti umani, Marcos Orellana, ha chiesto agli Stati di considerare l’impatto delle nuove tecnologie su ambiente e diritti e criticato le narrazioni ottimistiche e fuorvianti alimentate dalle aziende energetiche.

Newsletter030323: ENI “pietra angolare” dell’imperialismo italiano

IMPERIALISMO ENI, l’azienda energetica di Stato, opera all’interno di un intreccio di interessi e di relazioni tra Transizione energetica, Esteri e Difesa, che ne fa una sorta di succursale di quei tre ministeri o forse, vista la qualità dei ministri che in questi anni hanno ricoperto alcuni di quegli incarichi, la sede del vero superministero della politica italiana nel mondo. Alcune riflessioni sul significato delle vicine nomine del CdA da parte del Governo, gli scandali e le accuse di corruzione e di greenwashing, le relazioni pericolose con l’apparato militar-industriale. SOCIETÀ Un recente episodio, che ha visto coinvolto uno dei nostri collaboratori a Torino, fa luce sull’utilizzo politico (e da che pulpiti) dell’accusa di antisemitismo come clava per colpire chiunque critichi non il popolo ebreo ma la politica dello Stato di Israele.

Newsletter071221: Geopolitica della transizione energetica

GEOPOLITICA&AMBIENTE Un lungo articolo su Foreign Affairs affronta uno dei tanti aspetti trascurati della transizione energetica: le sue conseguenze geopolitiche. L’abbandono dei combustibili fossili muterà i rapporti di forza spostando gli equilibri dagli attuali produttori di gas e di petrolio ai detentori di minerali strategici come litio e cobalto, ma questo processo non sarà lineare e potrebbe prevedere temporanei fenomeni in controtendenza. LAVORO Dopo Alitalia un altro episodi in cui un’azienda pubblica aggira le regole che lo Stato dovrebbe preservare. In questo caso si tratta delle regole nuove di zecca che il ministro Orlando sta introducendo nel campo dello smart working, ma che a Sogei, l’azienda dell’informatica di Stato, non piacciono.

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Newsletter121121: Auto elettrica, ma non col litio europeo

AMBIENTE Mentre alcuni ambientalisti chiedono ai capi di Stato riuniti a Glasgow di accelerare sulla transizione energetica, altri ambientalisti in Germania, Spagna, Serbia e Portogallo contestano lo sfruttamento dei giacimenti del litio necessario per produrre le batterie necessarie a realizzarla. È la contraddizione di un ambientalismo secondo cui per salvare il pianeta basta cambiare il modo in cui produciamo l’energia, senza mettere in discussione l’economia di mercato. SINDACATO L’ondata di attivismo sindacale che attraversa gli USA colpisce anche Starbucks: da mercoledì per un mese i lavoratori di tre caffè di Buffalo votano  per il riconoscimento del sindacato.

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Newsletter160321: Che effetti avrà il Green New Deal italiano?

POLITICA L’Europa vara il Recovery Fund, di cui il 57% vincolato alla transizione energetica e alla digitalizzazione, mentre negli USA Biden conferma un pacchetto di misure da 2 miliardi di dollari per il Green New Deal. Greta e i giovani di Fridays for Future hanno convinto governi e organismi sovranazionali che bisogna cambiare strada o è semplicemente la ricetta per rilanciare la redditività degli investimenti e ristrutturare i rapporti di forza nei mercati globali? E in Italia che conseguenze avrà sull’economia e sulla struttura sociale, a partire dal mondo del lavoro? E’ una domanda che sinistra e sindacato dovrebbero porsi, perché è la risposta a questa domanda che delimiterà il campo e le regole del gioco politico di qui ai prossimi 15-20 anni. E perché i dati mostrano quanto siano intrecciate questione ambientale e sociale: secondo un recente studio pubblicato negli USA un miliardario produce circa 1.300 volte la quantità di CO2 di un americano medio.

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