Newsletter160424: La sinistra russa tra utili idioti, intellettuali e influencer

POLITICA A proposito delle recenti elezioni in Russia la stampa si è concentrata sullo scontro tra le due ali del neoliberalismo russo: quella filo-occidentale e quella di Putin. Ma in Russia esistono anche una “sinistra”, che fa l’utile idiota del regime putiniano (primo tra tutti il Partito comunista di Zyuganov) e una sinistra che invece prova a sfruttare i pochi spazi a disposizione, spesso solo virtuali, per resistere. Su Lefteast un’ampia panoramica della situazione pubblicata nell’immediata vigilia del voto. SINDACATO Un documento dell’FLC CGIL presentato la scorsa settimana analizza la rapida crescita delle università telematiche, sull’onda delle liberalizzazioni e, di recente, della pandemia, denunciandone i rischi latenti.

Newsletter191223: Guerra del gas, la madre di tutte le fake news

ECONOMIA&(DIS)INFORMAZIONE “Gli aumenti delle tariffe energetiche sono stati scatenati dalla guerra in Ucraina.” “Putin ha usato il gas come una clava contro l’Occidente riducendo l’offerta e facendo alzare i prezzi, ma ha perso grazie all’intervento dell’Ue, che ha tenuto sotto controllo i prezzi.” Non importa che si tratti di fake news di Stato, veicolate dai principali mezzi di comunicazione a tutto beneficio di aziende energetiche in cui i rappresentanti degli Stati e quelli dei colossi finanziari che fissano i prezzi del gas spesso sono soci. Come spiegava Goebbels “una menzogna ripetuta mille volte diventa una realtà”. Ma in questo caso viene smentita persino da un moderato professore universitario, ex sindaco Pd e autore Laterza, Alessandro Volpi, in un recente convegno su Canale Energia, di cui abbiamo trascritto integralmente la relazione introduttiva. 

Newsletter300623: Note sull’affaire Prigozhin

POLITICA Senza avere la pretesa di dare una spiegazione esaustiva degli avvenimenti russi del weekend pensiamo che sia possibile fare alcune riflessioni, approfondire alcuni temi e trarre qualche conclusione politica, in attesa che gli eventi ci chiariscano la vera portata della crisi. Certo l’aspetto più eclatante della vicenda è che tutti coloro che da un anno e mezzo dipingono Putin come il peggior interlocutore possibile per l’Occidente hanno smentito questa loro osservazione con l’atteggiamento tenuto nei giorni scorsi, dimostrando una cautela fondata su un giudizio ben diverso: aldilà della propaganda Putin è la padella, da cui si può sempre cadere nella brace.Una brace pericolosamente vicina a un arsenale di 6.000 ordigni nucleari e a un paese che oggi rappresenta il vero antagonista degli USA: la Cina.

Newsletter040423: Tariq Alì, “Del tutto ragionevole non stare né con Putin né con Zelenski”

SINISTRA&GUERRA “Non schierarsi né con Putin né con Zelenski è assolutamente ragionevole”. Tariq Ali, marxista di origine pakistana, una lunga militanza politica e intellettuale alle spalle, in particolare come saggista e redattore della New Left Review, ai primi di febbraio ha rilasciato un’intervista alla redazione latino-americana di Jacobin sulla guerra in Ucraina e, più in generale, sulla politica internazionale. Si smarca dalla posizione che domina anche l’area politica di Jacobin – il sostegno “critico” alla politica di guerra della Casa Bianca– e fa alcune osservazioni molto acute sugli effetti indesiderabili di tale politica per la stessa amministrazione americana. L’atteggiamento degli USA – sottolinea ad esempio – spinge la Germania, paese economicamente complementare alla Russia e che nella sua storia ha perlopiù coltivato relazioni amichevoli con Mosca, lungo la china di un forte riarmo, che in prospettiva potrebbe risultare spiacevole per gli stessi USA, poiché la Germania è il cuore dell’UE, cioè di un alleato i cui interessi per molti versi divergono da quelli americani. Più discutibile, a nostro avviso, l’ultima parte, in cui l’intervistato analizza la situazione latino-americana, esprimendo un giudizio  che ci pare eccessivamente ottimista sull’operato della sinistra sudamericana. Visto che Jacobin Italia (come del resto l’edizione americana) ci pare abbia scelto di non  tradurre l’intervista, abbiamo deciso di mettere a disposizione dei nostri lettori l’opinione di una figura autorevole della sinistra internazionale.

Newsletter070223: Lavoratori e mercato del lavoro russi nell’era di guerra e sanzioni

POLITICA I lavoratori russi sono le prime vittime del nazionalismo putiniano. L’analisi di un sociologo e attivista sindacale polacco spiega come l’attuale classe operaia russa sia figlia del collasso dell’URSS e della rapace appropriazione di quanto rimase dell’ex superpotenza da parte di una cerchia ristretta di oligarchi e decisori politici, di cui Putin è espressione. E rivela che accanto all’opposizione liberale sostenuta dai paesi NATO in Russia esiste un mondo politico e sindacale ignorato dai nostri media, che non si è arreso al Cremlino e cerca di resistere manifestando, disertando, persino compiendo attentati contro caserme e ufficiali dell’esercito. TV Sul canale web Arte.tv un’inchiesta sul lavoro povero e il fallimento del welfare nelle grandi democrazie europee documenta condizioni di vita sempre più difficili, ma anche il tentativo di reagire collettivamente al dilagare della miseria.

Newsletter181122: RUSSIA La mobilitazione incrina il patto tra Putin e le classi subalterne?

POLITICA Un gruppo di attivisti della sinistra russa racconta la mobilitazione al fronte vista da dentro, la resistenza ingegnosa di chi non può lasciare il paese, gli aspetti sociali ed etnici dell’arruolamento e i suoi fallimenti organizzativi. In un contesto che dall’esterno potrebbe apparire disperato la lezione di questi militanti è che proprio questo è il momento in cui la crisi del regime potrebbe arrivare a una precipitazione, perché l’irruzione violenta della guerra nella vita delle classi subalterne potrebbe incrinare il patto sociale che Putin ha posto a fondamento del proprio regime. Dagli intervistati non arriva alcuna richiesta di un intervento esterno dei governi occidentali.

Newsletter270922: ELEZIONI Governare fa male

POLITICA Se dovessimo sintetizzare in poche parole i risultati delle elezioni potremmo dire che governare fa male e che al contrario all’opposizione c’è vita e ci sono soprattutto domande inevase da parte di quei settori sociali che più di altri si sono astenuti e, dunque, opportunità di sviluppo per una sinistra politica e sociale che purtroppo sembra non accorgersene o, forse, non essere interessata. GUERRA Il “rilancio” di Putin, con l’annuncio della mobilitazione di 300.000 uomini della riserva e dei referendum per l’annessione dei territori occupati, tradisce le difficoltà interne ed esterne del presidente russo dopo la controffensiva ucraina.

Newsletter290722: Quando Uber corteggiava Putin

CAPITALISMO Uno dei capitoli degli Uber Files, l’inchiesta dell’International Consortium of Investigative Journalism pubblicata nei giorni scorsi e che analizza 142.000 documenti aziendali riservati filtrati all’esterno, riguarda le relazioni pericolose strette tra la società e il regime di Putin per favorire gli investimenti aziandali in Russia, grazie alla mediazione di oligarchi russi e di ex uomini di governo occidentali. SINDACATO Pubblichiamo volentieri un appello promosso da intellettuali e ricercatori nel campio della logistica, che chiede la revoca delle misure cutelari ai danni dei sindacalisti arrestati la scorsa settimana.

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Newsletter110322: Chi arma gli ucraini non li aiuta, li usa

GUERRA Giornalisti d’assalto, intellettuali, conduttori e ospiti dei salotti tv: tutti pronti a perorare la causa della linea dura con Putin e dell’invio di armi a Kiev e a gettare su chi non indossa l’elmetto l’ombra del sospetto: colluso col nemico? Un intervento di Marco Veruggio denuncia: inviare armi agli ucraini non significa essere solidali, ma cercare di sfruttarne la resistenza per i propri fini. Da Genova un documento firmato da dirigenti politici, sindacali, dell’associazionismo ricollega l’impegno internazionalista contro la guerra a un episodio di 100 anni fa, l’assalto squadrista alla sede del quotidiano socialista “Il Lavoro”.  SINDACATO In Colombia anche essere iscritti al sindacato negli stabilimenti delle ditte d’appalto di Coca Cola significa essere in guerra, una guerra sociale. Lo denunciano a Elena Rusca i dirigenti di Sinailtrainal, da anni vittime di minacce, assassini, sequestri, spionaggio e persecuzioni.

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Newsletter171221: Ucraina, la strategia di Putin tra bluff e “guerra ibrida”

CRISI UCRAINA Due rapporti dell’americano Institute for the Study of War confermano quanto  già detto da autorevoli esperti militari: la mobilitazione di quasi 200.000 soldati russi sui confini ucraini sarebbe un modo per mettere pressione sul governo ucraino e sulla NATO più che l’avvisaglia di una vera e propria invasione. Ciò tuttavia non esclude che Putin sia disposto a realizzare alcune incursioni in territorio ucraino e dunque a un uso limitato della forza concentrato su singole posizioni per disporre di maggior potere contrattuale al tavolo già avviato per una soluzione diplomatica della crisi. 

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