Newsletter010319: Gli USA studiano strategia e movimenti

POLITICA&STRATEGIA C’è ancora spazio per una riflessione sulla politica come espressione di un pensiero strategico, di cui partiti, propaganda, manifestazioni, scioperi, elezioni, assemblee, talk show televisivi ecc. sono semplici strumenti? Oppure dobbiamo rassegnarci a discutere per sempre di tattiche elettorali, alchimie parlamentari da apprendisti stregoni, lotte interne ai partiti tra fazioni di cui non si capisce cosa le distingua sostanzialmente (e quindi probabilmente nulla)? I governi americani e più in generale le accademie e i pensatoi del mondo anglo-sassone hanno investito su questo ambito di indagine e prodotto una serie di studi interessanti. In particolare alcuni ricercatori hanno indagato l’evolversi delle mobilitazioni sociali, delle strategie con cui la politica può intervenirvi e le novità apportate in questo ambito dalle nuove tecnologie. Analisi che poi i governi di quei paesi utilizzano per portare avanti i propri interessi in tutto il mondo. In Italia, terra natale di Machiavelli, pare che nessuno ritenga particolarmente utile sviluppare un’analisi scientifica di ciò che sta succedendo nel mondo da 30 anni a questa parte e sugli effetti  di tali mutamenti nella sfera della politica, dell’organizzazione collettiva e del conflitto sociale e così da Machiavelli si finisce a Toninelli. Le newsletter di oggi affronta questi temi prendendo spunto da un saggio del 2016 di Mark e Paul Engler, ‘This is an uprising’. Nel libro gli autori analizzano le grandi mobilitazioni degli ultimi 20 anni – da Seattle alla Primavera Araba – alla luce del concetto di ‘movimenti sociali a ondate’, cercando di trovare una sintesi tra le diverse scuole di pensiero della tradizione occidentale in materia di organizzazione politica e sociale.

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Newsletter260219: #FridaysForFuture, lo strano movimento

AMBIENTE Il gesto di una sedicenne svedese, Greta Thunberg, che ha deciso di manifestare da sola davanti al Parlamento a Stoccolma per chiedere di intervenire subito sul problema dei cambiamenti climatici, mette in moto migliaia di studenti in tutto il mondo. Tuttavia la mobilitazione è meno spontanea di come viene presentata. Il 15 marzo, data dello ‘sciopero globale’ lanciato da #FridaysForFuture, capiremo se si tratta di un vero movimento internazionale o di un’abile operazione di marketing politico. In ogni caso è la conferma del vuoto lasciato dalle organizzazioni politiche tradizionali, sinistra inclusa. SOCIETA’ Laura Guidetti, redattrice della rivista femminista Marea, analizza il caso Collovati come spia della divaricazione tra stereotipi di genere e mondo reale. Mentre le donne sono nei fatti sempre più protagoniste, spettatrici e consumatrici di sport in tutto il mondo (persino in Arabia Saudita), in Italia rimane ancora forte la concezione che vede lo sport e il calcio in particolare come materia esclusivamente maschile.

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Newsletter220219: CGIL, no al salario minimo?

ECONOMIA Un disegno di legge del M5S per l’introduzione di un salario minimo orario per legge suscita la contrarietà della CGIL, che a sua volta innesca l’ennesima polemica sui social. Ma il salario minimo è un istituto presente in 22 paesi dell’UE e nel 2015 è stato introdotto anche in Germania, dopo aver superato anche lì le tradizionali resistenze del sindacato. Di che cosa si tratta? Quali sono le obiezioni del sindacato e quanto sono fondate? POLITICA Un’editoriale pubblicato la settimana scorsa dall’Economist, una delle voci più autorevoli del capitalismo mondiale, chiama a raccolta i liberali a contrastare il revival di una pur generica idea di socialismo negli USA e in Europa, in particolare tra i giovani. SINDACATO Lo sciopero delle infermiere irlandesi è sospeso dopo l’intervento della Labout Court, che propone una mediazione con aumenti salariali su cui le lavoratrici saranno chiamate a pronunciarsi in un referendum a marzo. Mentre dall’Albania arriva la notizia della nascita del primo sindacato nell’industria dei call center.

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Newsletter190219: Albania nel caos, l’Italia non ci fa caso

POLITICA Una manifestazione di piazza promossa dall’opposizione parlamentare albanese e preparata da tempo sabato scorso a Tirana è finita in scontri con la polizia e addirittura nell’assalto al Palazzo del Governo. L’Italia è divisa dall’Albania da una lingua di mare, è il suo primo partner economico, eppure né i loquacissimi ministri del governo giallo-verde né l’opposizione finora hanno spiccicato una sola parola. O forse è proprio quella ragione del silenzio? Andando a rovistare nei fatti e nei numeri vengono fuori notizie inedite, riemergono storie dimenticate da molti – ad esempio quando i porti italiani li chiudeva il governo di centrosinistra di Romando Prodi – e soprattutto scopriamo che da mesi nelle piazze albanesi c’è un’altra opposizione, ignorata: sono i giovani universitari che per pagarsi gli studi e aiutare le propri famiglie lavorano senza diritti e spesso ammalandosi nei call center gestiti in gran parte da imprese italiane o italo-albanesi e che da dicembre lottano contro l’aumento delle tasse universitarie, contro una società opprimente e contro i tentativi di strumentalizzazione da parte dei partiti di opposizione, come racconta Albina Ruko, portavoce del movimento studentesco. E allora sì, forse è proprio per questo che non se ne parla e che lo scontro in Albania viene liquidato come un semplice conflitto parlamentare sul tema della ‘legalità’.

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Newsletter150219: Lezioni dall’Abruzzo

POLITICA Il risultato elettorale abruzzese conferma le fibrillazioni del quadro politico nazionale e lascia aperto un interrogativo: se il M5S ha iniziato la sua parabola discendente e la crescita della Lega è, come sembra, una ‘bolla speculativa elettorale’, chi raccoglierà i cocci una volta che Salvini sarà esploso? Al momento non si intravvedono novità alternative né veterani in grado di riconquistare la scena. ECONOMIA Auto elettrica: per alcuni è il volano di un’economia sostenibile, per altri una spada di Damocle che minaccia milioni di posti di lavoro. Non potendo far girare la ruota della storia all’indietro il problema è, come sempre, con quale preparazione si arriva ai momenti di svolta. Per capire a cosa andiamo incontro, come ci arriva l’Italia e con quali insidie per centinaia di migliaia di lavoratori del settore intervistiamo Gianni Rinaldini, segretario generale della FIOM negli anni in cui Marchionne arrivò alla FIAT. SINISTRE Mentre la situazione venezuelana continua a precipitare il vento sembra spirare verso destra anche in Uruguay. La crisi del Frente Amplio aggiunge un ulteriore tassello al più generale declino della sinistra latino-americana. A dimostrazione che la crisi in Venezuela matura in un contesto più generale.

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Newsletter120219: Sindacato unica opposizione, ma…

POLITICA&SINDACATO La manifestazione di sabato a Roma ha mostrato che il sindacato è l’unica potenziale forza di opposizione al Governo, ma allo stesso tempo ha lasciato intravvedere i punti deboli delle tre confederazioni e le incognite che si annidano sul loro percorso. Ora il primo problema per Landini e i suoi alleati sarà decidere come andare avanti se il Governo, com’è probabile, tirerà dritto lungo la propria strada. PUBBLICO IMPIEGO A quasi un anno dalle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali nel pubblico impego l’ARAN ha pubblicato i dati relativi ai voti e alle adesioni raccolti dalle organizzazioni sindacali dei dipendenti pubblici. I dati fotografano una situazione abbastanza statica, con una sostanziale tenuta di CGIL CISL e UIL e i sindacati autonomi che soffiano al sindacalismo di base i pochi voti persi dalle tre maggiori confederazioni. SANREMO Le consuete polemiche del dopo Festival sono l’occasione per analizzare un fenomeno di costume indagando gli interessi materiali che si agitano dietro il sipario dell’Ariston. Anche il mercato discografico ha subito l’impatto della rivoluzione digitale ed è stato costretto a riorganizzarsi per rilanciare la redditività dei propri investimenti. La concorrenza tra grandi case discografiche e piccole etichette indipendenti, così come i conflitti tra imprese della distribuzione, si collocano in questo scenario, in cui le baruffe politiche di questi giorni sull’italianità del vincitore sono solo un fugace rumore di fondo.

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Newsletter082019: GM investe sull’elettrico e licenzia

ECONOMIA Una certa narrazione che vede nell’industria 4.0, negli operai coi camici bianchi e nella cosiddetta green economy la soluzione a tutti i problemi in questi giorni si scontra con un’altra realtà: migliaia di dipendenti americani della General Motors, anche colletti bianchi con alte qualifiche, convocati a uno a uno negli uffici Risorse Umane per comunicare loro che non hanno più un lavoro e che dopo magari 20 di servizio l’azienda li liquiderà con 6 mesi di buonuscita. La ragione? GM sta procedendo a una riorganizzazione interna finalizzata alla produzione di auto elettriche. Un reportage da Detroit ci spiega l’atteggiamento del sindacato. MEDIA Gli Stati Uniti dell’America First! dove si chiudono le fabbriche di un’azienda al decimo posto di Fortune500 e che fa soldi a palate sono anche il paese in cui centinaia di migliaia di insegnanti scioperano e ottengono forti aumenti salariali, dove assistiamo a un revival della parola socialismo e può persino capitare che qualcuno si inventi una Netflix postcapitalista per la classe operaia. Naomi Burton, cofondatrice di Means TV, ci spiega il senso del progetto e come si inserisce nella società americana.

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Newsletter050219: Tunisia in piazza contro il carovita

POLITICA In Tunisia i nodi irrisolti a 7 anni dalla cacciata di Ben Alì tornano al pettine. Migliaia di giovani scendono in piazza per protestare contro il Governo e il FMI e chiedere misure contro il carovita e la disoccupazione dilaganti. L’UGTT, la centrale sindacale tunisina, si conferma protagonista e unico punto di riferimento anche politico dell’opposizione dei manifestanti. Dopo uno sciopero generale a gennaio ne annuncia uno di 48 ore a febbraio e dice di essere pronta a influenzare le elezioni di novembre. Elezioni in vista delle quali la coalizione di governo tra islamisti ed ex seguaci di Ben Alì si sfalda. SINISTRE Anche in Spagna sono le elezioni di maggio, europee e amministrative, a spiegare un altro conflitto intestino, questa volta nell’apparato di Podemos, la ‘nuova’ sinistra spagnola, dilaniata dallo scontro tra Pablo Iglesias e Iñigo Errejon e disorientata dalla ‘svolta a sinistra’ dei socialisti. MARX200 Conclusosi l’anno del bicentenario della nascita di Marx ci sono ancora due iniziative, una in Cina e una a Londra, che concludono le celebrazioni scavallando il 31 dicembre e protraendosi nel 2019. E, almeno nel caso cinese, non si tratta solo di ‘celebrazioni’, ma di un’operazione politica difensiva che conferma le difficoltà interne di Xi Jinping. SINDACATO La denuncia del sindacato USB riguardo un’azienda del Comune di Genova scoperchia uno dei tanti paradossi di questa Italia: il Governo a fine anno ha annunciato l’arrivo di 900 milioni di euro nel capoluogo ligure per rilanciare una città scossa dal crollo di Ponte Morandi, ma nelle aziende partecipate del Comune mancano divise, personale e pezzi di ricambio per i mezzi.

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Newsletter010219: per Salvini un campanello d’allarme

POLITICA I primi sintomi di crisi nel rapporto tra il governo a trazione leghista e pezzi di società che dovrebbero essere particolarmente cari ai giallo-verdi vengono a galla: dai segnali che arrivano da Castelnuovo di Porto, sede del CARA appena sgomberato alla manifestazione di Genova contro il DL sicurezza. Tra quelli che sembrano non gradire la Chiesa cattolica e i militari. SINDACATO Lo sciopero delle infermiere e delle ostetriche irlandesi per chiedere salari sufficienti a fermare la fuga del personale sanitario dalle corsie d’ospedale è iniziato, ha visto l’adesione di 35 delle 40mila lavoratrici interessate e, secondo un sondaggio, ha raccolto il sostegno del 74% degli irlandesi. Se il Governo non accetterà di riaprire la trattativa la prossima settimana ci sarà un nuovo sciopero, questa volta di 48 ore. STUDENTI Un bel reportage del settimanale tedesco Der Spiegel dalla Cina spiega l’ondata di attivismo studentesco che impensierisce Pechino e come il perno di questo attivismo siano i circoli universitari marxisti, come questi si siano coordinati tra loro e uniti alle lotte dei lavoratori cinesi nella regione di Shenzen, affrontando una dura repressione con arresti e intimidazioni.

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