Newsletter190923: USA, la strategia sindacale per piegare le Big Three

LOTTE Allo scoccare della mezzanotte tra mercoledì e giovedì la prima tranche dei 150.000 lavoratori dell’auto negli USA è entrata in sciopero simultaneamente contro General Motors, Ford e Stellantis chiedendo aumenti salariali del 40%, riduzione dell’orario di lavoro, posti di lavoro stabili con salari e diritti uguali per tutti. Una cronaca delle prime ore di sciopero, la strategia sindacale dell’UAW e la solidarietà dei Teamsters, le controproposte delle imprese. SICUREZZA Altri sei morti sul lavoro in 24 ore rivelano l’ipocrisia di una politica che non lesina lacrime di coccodrillo, ma non muove un dito per mettere fine alla catena degli “incidenti”. La denuncia del Procuratore generale di Torino sulla mancanza di risorse a disposizione di chi si occupa di prevenzione e di inchieste suona come una condanna dello Stato pronunciata da un funzionario dello Stato stesso. CASA&LAVORO Salari al palo e canoni di affitto e tassi di interesse in crescita rendono ai lavoratori sempre più arduo trovare casa, anche a causa del business degli affitti brevi. Il ddl Santanché? Un palliativo. La denuncia del Sunia e del Sicet in una regione turistica come la Liguria conferma un quadro nazionale.

Newsletter051119: GM, stop sciopero, ma intesa non convince

LOTTE Lo sciopero alla GM di cui ci eravamo occupati negli scorsi numeri si è concluso dopo sei settimane con un accordo che però sembra aver lasciato l’amaro in bocca agli operai dell’auto. Il referendum che ha ratificato l’intesa ha avuto un magro 57% di voti a favore e soprattutto dalle urne esce frustrata la maggiore aspirazione di chi ha scioperato: la cancellazione del sistema two-tier, che prevede differenze salariali pari quasi al 100% tra i dipendenti GM. CINEMA Ad agosto Netflix ha messo in rete un film molto interessante, che ci aiuta a comprendere il contesto in cui si è svolta la lotta alla GM. In American Factory 2.000 operai licenziati dalla casa automobilistica americana vengono riassunti da una multinazionale del Fujian, ma, dopo l’entusiasmo iniziale, sperimentano l’esportazione di condizioni di lavoro cinesi in America. POLITICA I dati sui voti assoluti e i flussi elettorali alle regionali in Umbria confermano che il fenomeno più significativo uscito dalle urne è lo smembramento dell’elettorato cinque stelle tra centrosinistra, centrodestra e un’astensione almeno in parte catalogabile come ‘astensione da sinistra’. Il postideologico non rende più come una volta?

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Newsletter111019: Ma ai sedicenni interessa votare?

OPINIONI L’ultima boutade di una politica sempre in cerca di diversivi e di dichiarazioni da prima pagina è la proposta di Enrico Letta sul voto ai sedicenni. Una discussione che ha ricevuto il plauso bipartisan della politica, degli opinionisti e dei media. Insomma di tutti tranne i diretti interessati. SOCIETA’ Un rapporto del Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung di Berlino prevede che entro 20 anni oltre un quinto dei pensionati tedeschi sarà povero. Johannes Geyer, uno degli autori, ci spiega che in larga misura ciò è frutto della consistente sacca di lavoro sottopagato creata in Germania dalle riforme degli anni ’90. LOTTE Alla General Motors oggi è il 26esimo giorno di sciopero e per il momento rimane il muro contro muro. L’aggiornamento con le ultime novità dagli USA. TRASPORTI A Torino USB contro Appendino: GTT, l’azienda di trasporto pubblico locale del Comune proiettata verso una ‘ingloriosa fine’…

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Newsletter011019: Ai giovani USA piace il ‘socialismo’

POLITICA E’ un caso che mentre a Bruxelles si vota una mozione che equipara fascismo e comunismo, in Cina i circoli marxisti nelle università vengano chiusi dalle autorità e negli USA la destra lanci una campagna contro la diffusione delle idee socialiste tra i giovani? Secondo noi no: quando la discussione si sposta dal merito dei temi politici e sociali e si avvicina pericolosamente al campo minato del diritto d’opinione è segno che chi sta al potere percepisce la propria debolezza. Tanto più se ciò accade, come in Cina e negli USA, a seguito di un’ondata di mobilitazioni dei lavoratori e dei giovani. SINDACATO Tra queste mobilitazioni c’è lo sciopero in atto da due settimane dei lavoratori della General Motors, il più grande da 12 anni a questa parte, che verte intorno a questioni salariali, ma anche all’impatto occupazionale della transizione ai modelli elettrici.

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Newsletter082019: GM investe sull’elettrico e licenzia

ECONOMIA Una certa narrazione che vede nell’industria 4.0, negli operai coi camici bianchi e nella cosiddetta green economy la soluzione a tutti i problemi in questi giorni si scontra con un’altra realtà: migliaia di dipendenti americani della General Motors, anche colletti bianchi con alte qualifiche, convocati a uno a uno negli uffici Risorse Umane per comunicare loro che non hanno più un lavoro e che dopo magari 20 di servizio l’azienda li liquiderà con 6 mesi di buonuscita. La ragione? GM sta procedendo a una riorganizzazione interna finalizzata alla produzione di auto elettriche. Un reportage da Detroit ci spiega l’atteggiamento del sindacato. MEDIA Gli Stati Uniti dell’America First! dove si chiudono le fabbriche di un’azienda al decimo posto di Fortune500 e che fa soldi a palate sono anche il paese in cui centinaia di migliaia di insegnanti scioperano e ottengono forti aumenti salariali, dove assistiamo a un revival della parola socialismo e può persino capitare che qualcuno si inventi una Netflix postcapitalista per la classe operaia. Naomi Burton, cofondatrice di Means TV, ci spiega il senso del progetto e come si inserisce nella società americana.

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