Newsletter240120: India, modernizzazione bloccata

ECONOMIA Dietro i grandi numeri fatti registrare negli anni passati l’India si sta dimostrando incapace di marciare speditamente verso una modernizzazione della propria economia e della propria struttura sociale eccezionalmente contraddittoria. Il ritmo crescita dell’occupazione, in particolare nel settore avanzato della produzione, mette in dubbio l’idea diffusa che nei prossimi anni il paese sia in grado di sfidare la Cina. La sua collocazione fa sì che questa fragilità rivesta un significato rilevante anche sul piano geopolitico. GEOPOLITICA L’accelerazione dello scontro Iran-USA tra dicembre e gennaio è stata interpretata da alcuni come la possibile scintilla di una guerra. In realtà si è trattato del picco temporaneo di una guerra in atto da tempo e tornata rapidamente al suo abituale standard di conflitto a bassa intensità e per procura. Un conflitto asimmetrico in cui Tehran potrebbe colpire gli interessi USA anche fuori dal Medio oriente e persino sul suolo americano grazie a una rete di contatti e a un’infrastruttura logistica costruita negli anni.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Newsletter131219: Trump e il Deep State alla resa dei conti

POLITICA Mentre la procedura di impeachment avviata dalla speaker democratica alla Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, col deposito dei capi d’accusa contro Trump si avvia verso la fase più delicata, PuntoCritico si concentra su un aspetto della politica americana che in questi quattro anni è emerso con particolare evidenza e potrebbe giocare un ruolo importante anche nelle prossime elezioni. Si tratta dell’intervento degli apparati burocratici dello Stato americano nel campo della politica. I materiali che pubblichiamo oggi contribuiscono a sfatare il mito del presidente americano come ‘uomo più potente della Terra’. Lo è, forse, soltanto nei limiti del mandato che gli viene affidato: quelli di rappresentare gli interessi di classe di chi ha in mano le leve del capitalismo americano. Del resto non è un’esclusiva degli Stati Uniti. Anche quando analizziamo la politica italiana è un aspetto che sarebbe bene non trascurare.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Newsletter011019: Ai giovani USA piace il ‘socialismo’

POLITICA E’ un caso che mentre a Bruxelles si vota una mozione che equipara fascismo e comunismo, in Cina i circoli marxisti nelle università vengano chiusi dalle autorità e negli USA la destra lanci una campagna contro la diffusione delle idee socialiste tra i giovani? Secondo noi no: quando la discussione si sposta dal merito dei temi politici e sociali e si avvicina pericolosamente al campo minato del diritto d’opinione è segno che chi sta al potere percepisce la propria debolezza. Tanto più se ciò accade, come in Cina e negli USA, a seguito di un’ondata di mobilitazioni dei lavoratori e dei giovani. SINDACATO Tra queste mobilitazioni c’è lo sciopero in atto da due settimane dei lavoratori della General Motors, il più grande da 12 anni a questa parte, che verte intorno a questioni salariali, ma anche all’impatto occupazionale della transizione ai modelli elettrici.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Newsletter270919: La ‘svolta sociale’ di Bezos&c

SOCIETA’ Oltre duecento amministratori delegati delle principali multinazionali americane ad agosto hanno firmato una dichiarazione sulla ‘responsabilità sociale’ dell’impresa’, in cui si impegnano, tra l’altro, a garantire retribuzioni dignitose e ‘rispetto’ ai propri dipendenti. Abbiamo chiesto a Rebecca Garelli, lavoratrice e attivista sindacale, come interpreta questa mossa delle corporation e come essa si inquadra nell’attuale panorama politico e sociale americano. ECONOMIA Uno studio pubblicato cinque giorni fa da ricercatori americani e danesi fissa in cifre il fenomeno dell’evasione delle imposte tramite i cosiddetti paradisi fiscali. In Italia un quinto dei profitti delle imprese fugge dal fisco italiano spostando in Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Belgio e Svizzera circa 24 miliardi di euro l’anno. Il ‘patto con gli onesti’ Giuseppe Conte forse dovrebbe proporlo a Confindustria.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi