(IN)SICUREZZA SUL LAVORO “Una leggerezza frequente, accettata” la definisce un’ex macchinista delle Ferrovie nella testimonianza che ci ha inviato dopo l’incidente a Brandizzo, in cui spiega che oggi, così come quarant’anni, fa il motivo per cui le regole più elementari in vigore lungo i binari vengono violate è lo stesso: far risparmiare tempo e denaro alle imprese. E mentre dall’altra parte dell’Atlantico 150.000 lavoratori del settore automobilistico si apprestano a scioperare per ottenere un aumento di stipendio del 46%, la riduzione dell’orario a 32 ore e il ripristino del vecchio sistema previdenziale, una corrispondenza dall’Ohio ci svela che migliaia di operai addetti alla produzione di batterie per veicoli elettrici, lavorano maneggiando sostanze nocive senza adeguate protezioni, esposti a scosse e perdite di gas, con salari bassi e aumenti di poche decine di centesimi l’anno. Il tutto in nome della transizione a una “economia pulita”.
sindacato
Newsletter130623: Starbucks Italia e la lezione sindacale americana
LAVORO&SINDACATO “Lavoratori di tutto il mondo, unitevi!”: per noi questa celeberrima esortazione di Marx ed Engels a un movimento politico e sindacale dei lavoratori ancora in formazione non è solamente ancora attuale, lo è, semmai, più di allora per il grado di mondializzazione dell’economia a cui siamo giunti 170 anni dopo. In questa newsletter parliamo della sindacalizzazione dei lavoratori di Starbucks in Nordamerica, perché la rapida espansione di questa azienda in Italia e la crescita del personale (quasi 700 addetti entro il 2023) pone la sinistra e il sindacato di fronte a inevitabili riflessioni su come intervenire in un settore al centro dell’offensiva delle imprese – ristorazione e pubblici esercizi – con le immancabili menate sui giovani che non vogliono lavorare (ora ci si è messo pure Claudio Amendola). E traduciamo in italiano la lettera di Reza Shahabi, sindacalista degli autoferrotranvieri di Tehran in carcere, ai sindacalisti che in questi giorni sono a Ginevra per la Conferenza annuale dell’OIL, perché pensiamo che farla circolare, in particolare nel sindacato, sia il “minimo sindacale”, proprio in tutti i sensi, per dimostrare solidarietà a chi da anni combatte contro il regime iraniano, ma viene ignorato, perché per le esigenze degli imperialismi occidentali è preferibile dipingere la lotta del popolo iraniano semplicemente come una lotta delle donne e dei giovani per i diritti democratici.
Newsletter260523: Sindacalizzare il lavoro ultraprecario è possibile?
LAVORO&SINDACATO Un recente articolo pubblicato su Labor Notes affronta un problema cruciale: è possibile sindacalizzare settori di lavoratori non solo precari, ma anche impiegati in posti di lavoro usuranti o in modelli produttivi che prevedono la continua sostituzione di una quota significativa della forza-lavoro? La risposta è interessante: è possibile e l’esperienza mostra che dove il sindacato è presente il turnover si riduce, perché lottare collettivamente per migliorare le condizioni di lavoro è un’alternativa alla fuga. LIBRI Il “lavoro usa e getta” è al centro anche di un bel saggio su Amazon pubblicato di recente: Il magazzino, Lavoro e macchine ad Amazon di Alessandro Delfante. L’autore ha avuto anche la brillante intuizione di andare a spulciare i brevetti depositati da Amazon per capire che piani ha per il futuro dei lavoratori nei suoi magazzini.
Newsletter100223: Geopolitica e lotta di classe in Estremo Oriente
POLITICA&SINDACATO Tre notizie tratte dalla stampa internazionale ci illuminano sull’intreccio tra confronto geopolitico e lotta di classe in Estremo Oriente e sul potenziale ruolo che le organizzazioni dei lavoratori americane ed europee potrebbero svolgere per evitare una precipitazione degli eventi, in particolare un conflitto nel Pacifico: 1. l’inflazione mette a rischio le ottime relazioni tra sindacato, imprese e governo in un Giappone che da tempo ha messo da parte la “Costituzione pacifista”; 2. i servizi segreti fanno irruzione nella sede centrale della Confederazione dei Sindacati della Corea del Sud, adducendo a giustificazione le presunte relazioni di alcuni funzionari sindacali col Nord; 3. in un incontro tra grandi gruppi della finanza tecnologica svoltosi a New York il rappresentante di un fondo di capital venture legato all’amministrazione Biden ha dichiarato che una guerra Cina-USA nel Pacifico sarebbe una grande opportunità per le aziende come la sua.
Newsletter170123: “Io, operaio italiano a Sheffield, sto con chi sciopera”
LOTTE Ancora uno sguardo agli scioperi dei lavoratori britannici. Questa volta ne parliamo con un italiano che da 7 anni lavora come operaio specializzato in una fabbrica metalmeccanica a Sheffield. Andrea ci racconta la condizione dei lavoratori inglesi e il collasso dei servizi pubblici con gli occhi di chi è ormai integrato nella working class britannica, ma allo stesso tempo è in grado di spiegarci analogie e differenze con la situazione italiana. LETTURE In “Dopo la democrazia tra populismo e tecnocrazia: un decennio vissuto pericolosamente” Giuseppe Alberto Falci e Jacopo Tondelli ripercorrono il decennio da Monti alla fine di Draghi e raccontano in modo impietoso ciò che chiamano “l’avvelenamento della democrazia italiana”. Ma veramente tecnocrazia e populismo rappresentano una degenerazione della democrazia dei bei tempi andati? O sono solo l’arma utilizzata dai diversi settori della borghesia italiana per rispondere alla propria crisi di fronte alle sfide di un capitalismo che cambia?
Newsletter100123: lotte sindacali in Gran Bretagna: un Canto di Natale
In questa prima newsletter del 2023 pubblichiamo due articoli scritti negli ultimi scampoli di 2022 e che abbiamo ricevuto durante la consueta pausa festiva delle nostre pubblicazioni. SINDACATO Nel primo di tre articoli dedicati rispettivamente alle lotte sindacali, ai movimenti sociali e alla situazione politica britannici, lo storico Alberto Pantaloni, di cui prima di Natale abbiamo recensito il saggio su Hobsbawm storico del lavoro, ci fornisce notizie e riferimenti utili a comprendere in modo più approfondito il contesto in cui si sviluppa l’ondata di scioperi che scuote il Regno Unito e di cui ci siamo occupati a più riprese nei mesi passati. Il dato più rilevante è che aldilàdell’esito complessivo di questa mobilitazione gli scioperi hanno già fatto levitare la massa dei salari di centinaia di milioni di sterline. CAPITALISMO Prendendo spunto dallo scandalo del Qatargate Amedeo Rossi evidenzia l’ipocrita reazione dei media e della politica europei, da anni al corrente degli interessi economici e delle manovre di potere innescate da questi ultimi dietro le quinte della World Cup, e analizza gli intrecci di questo evento sportivo con la politica medio-orientale.
Newsletter050422: USA, il sindacato entra in Amazon
LAVORO&SINDACATO A meno di due anni dall’intervista che ci rilasciò, poco dopo il suo licenziamento, annunciando che si sarebbe dedicato alla sindacalizzazione dei lavoratori del centro di distribuzione di Staten Island, New York, Chris Smalls ha realizzato il suo obiettivo: il 55% dei suoi ex colleghi ha votato per l’ingresso del suo sindacato, ALU – Amazon Labor Union, nel magazzino. Oltre a ripubblicare l’intervista di allora in questa newsletter trovate altro materiale utile a comprendere come sia stato ottenere un risultato storico: è la prima volta che il sindacato riesce a entrare in un magazzino americano di Amazon. Intanto si avvicina il secondo referendum nel magazzino di Bessemer, Alabama, dove le autorità hanno accertato che la prima volta l’esito del voto è stato viziato dal comportamento antisindacale dell’azienda.
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Newsletter250322: Zelenski, l’eroe che cancella i contratti di lavoro
QUALE DEMOCRAZIA? L’attuale dibattito sullo scontro tra democrazia e dittatura e sulla “legalità internazionale” visto da due diversi punti di vista, ma con risultati analoghi. Nel primo articolo raccontiamo come alla vigilia della crisi culminata con l’invasione russa il presidente ucraino Zelenski stesse cercando di cancellare i contratti collettivi, liberalizzare i licenziamenti ed emarginare il sindacato, violando accordi e standard internazionali a tutela dei lavoratori. Intanto, protetto dal clamore della guerra in Ucraina, il premier socialista spagnolo Sanchez consegna il Sahara Occidentale al Marocco, violando il mandato di decolonizzare quel territorio conferito alla Spagna dall’ONU. Una flagrante rottura della legalità internazionale ai danni di un popolo da sempre “aggredito”, ma a cui però nessuno fa caso e che oggi si intreccia col tema della competizione per il gas naturale.
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Newsletter040322: ROMA Per bloccare lo sfratto interviene l’ONU
CASA Chi gestisce i complessi di edilizia agevolata costruiti nella Capitale coi soldi pubblici e con quali conseguenze per gli inquilini? Il caso di una signora ultraottantenne romana che a febbraio è stata salvata dallo sfratto dall’intervento dell’Alto Commissario dell’ONU ci ha offerto lo spunto per cercare di rispondere a questa domanda. UCRAINA Nel 2019 il governo ha approvato una legislazione del lavoro che viola le regole dell’OIL e della legislazione sociale dell’UE e ha innescato uno scontro col sindacato che ha visto le ultime manifestazioni svolgersi poco che scoppiasse la crisi. In una breve intervista un sindacalista di Kiev parla della condizione dei lavoratori ucraini in guerra, ma dice anche che il conflitto spazzerà via dall’agenda politica i diritti dei lavoratori.
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Newsletter140122: Scuola&Covid, scioperi in Francia e negli USA
SCUOLA&COVID Dallo sciopero degli insegnanti francesi alle iniziative sindacali negli USA ci arriva una lezione: invece di perdersi in discussioni astratte e moralistiche sui pro e i contro dell’apertura delle scuole è possibile discutere di come coniugare lezioni in presenza e sicurezza per il personale scolastico e gli studenti, ad esempio chiedendo mascherine FFP2 gratuite per lavoratori e studenti, tamponi settimanali, sanificazione e aerazione delle aule e un aiuto ai genitori degli studenti che lavorano. Ma i sindacati della scuola traccheggiano e il risultato è che l’adesione all’ultimo sciopero, indetto da sette sigle, è stata bassa come non mai.
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