Newsletter090224: Nel 2023 aumentano le lotte dei lavoratori cinesi

LAVORO&LOTTE Sui media si discute molto delle politiche da adottare nei confronti della Cina per rispondere alle esigenze delle grandi imprese americane ed europee, spesso nascondendo questi ultimi dietro la comoda bandiera della democrazia. Dal punto di vista dei lavoratori europei e americani, invece, il problema è come sostenere le lotte dei lavoratori cinesi contro lo sfruttamento messo in atto dalle imprese locali, ma anche da quelle dei “paesi democratici”, e contro la repressione da parte del regime di Pechino. Perché man mano che il capitalismo cinese espande la sua influenza nel mondo l’emancipazione dei lavoratori cinesi diventa il presupposto necessario per l’emancipazione dei lavoratori in tutto il mondo. Un rapporto del China Labour Bulletin ci fornisce un’utile panoramica sullo spostamento di capitali da un settore all’altro dell’economia cinese e da questa verso altre economie alla ricerca di migliori opportunità e minori costi e sugli effetti di questa ristrutturazione sulla lotta di classe nei diversi settori produttivi e dei servizi.

Newsletter140220: Cina, i lavoratori contro il virus

LAVORO Se informazione e politica stanno dando grande spazio alle conseguenze economiche della crisi sanitaria in Cina, nessuno accende i riflettori su chi ha a che fare direttamente col coronavirus. China Labour Bulletin ha pubblicato alcune interessanti corrispondenze che, al contrario, fanno luce sulla situazione dei lavoratori cinesi impegnati in prima fila, a rischio della vita, nella lotta per arginare l’epidemia e al contempo garantire il funzionamento dei servizi e dell’economia. Sfruttati cinicamente anche nell’emergenza e abbandonati dalle autorità. CINEMA&POLITICA Il trionfo di Parasites, il film del regista Bong Joon-ho sulle stridenti contraddizioni di classe nella Corea del sud, è l’occasione per riflettere sulla situazione politica americana in vista delle presidenziali di novembre. Hollywood è sempre stata una cartina di tornasole degli umori che si respirano nel paese e, in particolare, nell’entourage democratico. Siamo di fronte a una svolta ‘socialista’ dello star system o al preoccupato attendismo di un settore rilevante del capitalismo americano che comunque dovrà fare i conti col prossimo inquilino della Casa Bianca?

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Newsletter300719: 90 giorni per Boris

POLITICA L’immagine della Brexit voluta dal popolo ignorante delle periferie e delle campagne contro la borghesia colta delle città nasconde il fatto che in realtà sull’argomento c’è una frattura nel capitalismo britannico, frutto degli squilibri del suo modello economico sbilanciato sui servizi a scapito della manifattura. Ciò mette in luce come, aldilà delle semplificazioni propagandistiche, l’unico modo serio di analizzare scelte come la Brexit è soppesarne i possibili effetti sui diversi settori dell’economia e, di riflesso, sui diversi strati della società. SINDACATO A 8.000 chilometri di distanza dalla Gran Bretagna, anche nell’economia cinese, il terziario e l’industria seguono trend divergenti e in questo caso è un fenomeno che viene rivelato dai dati pubblicati dal China Labour Bulletin sugli scioperi nel primo semestre 2019. Un fenomeno che potrebbe avere ripercussioni rilevanti sulla stabilità interna e quindi sulla forza di Pechino nelle relazioni internazionali.

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Newsletter080518: il problema sarebbero gli scioperi?

ATTUALITA’ Mentre i bus delle aziende di trasporto pubblico delle città italiane continuano ad andare a fuoco (l’ultimo stamattina a Roma a pochi passi da Piazza di Spagna ha provocato un ferito) pare che per le nostre autorità il problema principale degli utenti siano gli scioperi. E così la Commissione di Garanzia sugli Scioperi nei Servizi Essenziali e il Consiglio di Stato mettono in campo due decisioni che rendono sempre più difficile fare ciò che i ferrovieri francesi stanno facendo da un mese e continueranno a fare – questo l’annuncio della CGT – anche dopo l’incontro col Governo di ieri. Volendo essere precisi le modalità di sciopero francesi qui da noi sono vietate dall’entrata in vigore di una riforma del 2000, fatta non già da Berlusconi, bensì da D’Alema. ESTERI I risultati ancora provvisori delle elezioni di domenica in Libano ci consegnano una situazione ancor più tesa, non solo nel Paese dei Cedri, ma nell’intero Medio Oriente, dove la vittoria di Hezbollah accresce le tensioni con Israele, l’Arabia saudita e gli USA, che proprio oggi dovrebbero conoscere le intenzioni definitive di Trump in merito all’accordo con Tehran, protettore degli sciiti libanesi, sul nucleare. SINDACATO In Cina il Primo Maggio vede svolgersi in 20-30 città scioperi degli addetti alle gru dei megacantieri edili, i quali chiedono salari più alti, meno ore di lavoro, contratti scritti e versamenti sociali e previdenziali. STRATEGIA La telenovela delle consultazioni, apparentemente giunta alle ultime puntate, fornisce lo spunto a uno dei nostri redattori per affrontare, in termini divulgativi, un argomento forse più interessante, cioè l’applicazione della teoria matematica dei giochi alla soluzione di problemi di strategia, una materia su cui da circa 70 anni alcune delle maggiori istituzioni militari ed economiche occidentali indagano, anche assoldando i migliori scienziati su piazza, ma tuttavia poco nota al grande pubblico.

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