Newsletter040423: Tariq Alì, “Del tutto ragionevole non stare né con Putin né con Zelenski”

SINISTRA&GUERRA “Non schierarsi né con Putin né con Zelenski è assolutamente ragionevole”. Tariq Ali, marxista di origine pakistana, una lunga militanza politica e intellettuale alle spalle, in particolare come saggista e redattore della New Left Review, ai primi di febbraio ha rilasciato un’intervista alla redazione latino-americana di Jacobin sulla guerra in Ucraina e, più in generale, sulla politica internazionale. Si smarca dalla posizione che domina anche l’area politica di Jacobin – il sostegno “critico” alla politica di guerra della Casa Bianca– e fa alcune osservazioni molto acute sugli effetti indesiderabili di tale politica per la stessa amministrazione americana. L’atteggiamento degli USA – sottolinea ad esempio – spinge la Germania, paese economicamente complementare alla Russia e che nella sua storia ha perlopiù coltivato relazioni amichevoli con Mosca, lungo la china di un forte riarmo, che in prospettiva potrebbe risultare spiacevole per gli stessi USA, poiché la Germania è il cuore dell’UE, cioè di un alleato i cui interessi per molti versi divergono da quelli americani. Più discutibile, a nostro avviso, l’ultima parte, in cui l’intervistato analizza la situazione latino-americana, esprimendo un giudizio  che ci pare eccessivamente ottimista sull’operato della sinistra sudamericana. Visto che Jacobin Italia (come del resto l’edizione americana) ci pare abbia scelto di non  tradurre l’intervista, abbiamo deciso di mettere a disposizione dei nostri lettori l’opinione di una figura autorevole della sinistra internazionale.

Newsletter240522: Svezia&Finlandia, giovani e proletari scettici sulla NATO

POLITICA L’adesione svedese e finlandese alla NATO non è così unanime come ci dicono. Come racconta la britannica New Left Review i sondaggi rivelano un crescente scetticismo dei giovani e di chi ha un reddito inferiore ai 20.000 euro l’anno, mentre il consenso è alto nelle fasce più anziane e ad alto reddito della popolazione. Il governo svedese respinge la richiesta di un referendum avanzata dalla sinistra “perché non c’è tempo”, ma soprattutto per sfruttare lo schock della guerra ed evitare che la NATO diventi tema di campagna elettorale a settembre.  OLIGARCHI 5 Nell’ultima parte del dossier un resoconto e un video sulla campagna elettorale per le presidenziali del 2019 in Ucraina e sui legami tra Zelenski e l’oligarca Kolomoyskyi. Per leggere la newsletter integrale clicca QUI.

Newsletter200522: Spagna luci e ombre della Reforma laboral

LAVORO Si parla tanto della riforma del lavoro spagnola, che avrebbe praticamente eliminato i contratti di lavoro a tempo determinato. Ma è davvero così? I lavoratori spagnoli possono aver ottenuto una grande vittoria senza una grande mobilitazione? Siamo andati a verificare. OLIGARCHI 4 Che cosa ci racconta Wikipedia sulla vita, gli affari e le relazioni col potere politico di Igor Kolomoyskyi, l’oligarca che ha inventato Zelenski come politico nel 2019.

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Newsletter030522: I rischi della polveriera ucraina

POLITICA Due articoli tratti dalla stampa americana e israeliana ci forniscono spunti di riflessione interessanti circa i rischi della polveriera ucraina. Foreign Policy analizza i possibili effetti dell’invio massiccio di sistemi d’arma tra i più sofisticati e foreign foghters in un paese da tempo protagonista di traffici d’armi illegali. Mentre Haaretz documenta le dichiarazioni di Zelenski secondo cui l’Ucraina del dopoguerra imiterà Israele e “non sarà assolutamente uno Stato liberale all’europea”. STORIA Un articolo di Amedeo Rossi, prendendo le mosse dalle consuete polemiche alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile, recensisce un recente volume e analizza la storia della Brigata Ebraica e il suo utilizzo propagandistico.

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Newsletter250322: Zelenski, l’eroe che cancella i contratti di lavoro

QUALE DEMOCRAZIA? L’attuale dibattito sullo scontro tra democrazia e dittatura e sulla “legalità internazionale” visto da due diversi punti di vista, ma con risultati analoghi. Nel primo articolo raccontiamo come alla vigilia della crisi culminata con l’invasione russa il presidente ucraino Zelenski stesse cercando di cancellare i contratti collettivi, liberalizzare i licenziamenti ed emarginare il sindacato, violando accordi e standard internazionali a tutela dei lavoratori. Intanto, protetto dal clamore della guerra in Ucraina, il premier socialista spagnolo Sanchez consegna il Sahara Occidentale al Marocco, violando il mandato di decolonizzare quel territorio conferito alla Spagna dall’ONU. Una flagrante rottura della legalità internazionale ai danni di un popolo da sempre “aggredito”, ma a cui però nessuno fa caso e che oggi si intreccia col tema della competizione per il gas naturale.

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