Newsletter280423: Prigozhin, sull’Ucraina tensioni nell’establishment russo?

GUERRA Nelle scorse settimane i giornali hanno dato conto di un lungo articolo del capo della Wagner, Evgeny Prigozhin, presentandolo come una richiesta di sospendere le operazioni in Ucraina. In realtà il “cuoco di Putin” fa un ragionamento più articolato, che vede in un eventuale negoziato i germi della strategia di lento logoramento che Washington perseguirebbe in Ucraina e nella recente diffusione dei leaks coi piani della controffensiva di Kiev uno stop americano all’alleato. È un testo da prendere con le pinze, ma certo riflette tensioni crescenti nell’establishment putiniano, di cui proprio il conflitto in atto tra i generali russi e Prigozhin è un sintomo. Il fatto che questi sembri rivolgersi più a Mosca che all’Occidente potrebbe conferire alle sue parole un significato meno propagandistico di quanto ci si attenderebbe. INTERNAZIONALE Il figlio dell’ex scià Rehza Pahlavi, in visita a Roma nei giorni scorsi, partecipa a un convegno alla Camera ed è ospite di Vespa. Il commento di Alì Ghaderi (Fedayn del Popolo): “Per gli iraniani il figlio di un dittatore non è l’alternativa ai mullah”. SALARIO MINIMO Una nuova piattaforma su internet per informarsi, discutere, organizzare.

Newsletter210423: Londra, arrestato editore francese: aveva manifestato contro Macron

FRANCIA Il rappresentante di una casa editrice di sinistra francese arrivato a Londra, dove avrebbe dovuto partecipare a una fiera libraria, martedì è stato fermato dalla polizia britannica in base a una norma antiterrorismo e arrestato per essersi rifiutato di consegnare le password dei propri dispositivi. La polizia inglese dice di averlo considerato una minaccia perché avrebbe partecipato ad alcune manifestazioni in Francia. Per la sua legale si tratterebbe un caso di “azione giudiziaria in subappalto”, insomma un favore fatto da Londra a Parigi. REGNO UNITO Il governo britannico chiederà a quello francese di restituirgli il favore? Perché anche in Gran Bretagna – come ci racconta Nigel Smith – centinaia di migliaia di lavoratori continuano a scioperare e a manifestare contro il governo per chiedere aumenti salariali.

Newsletter180423: AFFITTI BREVI “Italia, unici senza regole in Europa”

CASA Uno studio sulla regolamentazione degli affitti brevi a uso turistico mostra che l’Italia è l’unico paese europeo in cui non sono state prese contromisure rispetto a un fenomeno che abbatte il numero degli alloggi a uso residenziale e alimenta la crescita dei prezzi. Ne parliamo con Filippo Celata, coautore dello studio e docente di geografia economica alla Sapienza.  Bruno Manganaro, segretario generale del SUNIA di Genova, denuncia come la bolla degli affitti brevi stia colpendo anche la Liguria, penalizzando soprattutto giovani e lavoratori fuori sede. CINEMA La cospirazione del Cairo, un thriller, ma soprattutto un film politico sulle lotte di potere tra il regime di al Sisi e l’Islam politico, è nelle sale italiane dopo aver ottenuto il premio per la migliore sceneggiatura a Cannes. La nostra recensione.

Newsletter240423: Maroccogate, le mazzette colpiscono i sahrawi

POLITICA&AFFARI Un’inchiesta di Elena Rusca illumina un aspetto della vicenda Qatar-Maroccogate rimasto nell’ombra: le mazzette pagate dal Marocco ad Antonio Panzieri e ai suoi “soci”sono servite anche a favorire il silenzio di Bruxelles sulla perdurante inosservanza di Rabat delle risoluzioni ONU sul Sahara occidentale e sui profitti che le imprese europee ne traggono. STORIA&ATTUALITÀ Due anniversari ricordano l’opera di Eduard Louis Bernays, padre delle moderne pubbliche relazioni e animatore del Creel Committee americano, voluto da Theodore Roosevelt per convincere l’opinione pubblica americana a entrare in guerra. Quella che all’epoca fu un’impresa pionieristica un secolo dopo è diventata scienza e oggi ne sperimentiamo a pieno gli effetti.

Newsletter070423: ENI, affari coi russi lontano da occhi indiscreti

CAPITALISMO Il 20 marzo a Pointe-Noire, Repubblica del Congo, dirigenti di ENI e di una quarantina di imprese, parecchie delle quali  italiane, sottoscrivono un accordo legato alla produzione di gas liquido in società con la seconda compagnia petrolifera russa, Lukoil, anch’essa presente coi propri emissari, e con l’azienda petrolifera di Stato del regime di Denis Sassou-Nguesso. Lo stesso giorno Lukoil annuncia di aver presentato, ancora in coppia con ENI, un’offerta congiunta per lo sfruttamento di altri due blocchi offshore al largo delle coste congolesi. Ma nel corso della cerimonia a Pointe-Noire, riferiscono i testimoni, nessun italiano cita mai l’azienda russa e la stampa italiana si guarda bene dal parlare degli “affari col nemico”. Insomma l’imperialismo italiano con una mano invia armi a Kiev e punta l’indice accusatore contro i pacifisti, con l’altra continua a fare affari con Mosca (e con le dittature africane).

Newsletter040423: Tariq Alì, “Del tutto ragionevole non stare né con Putin né con Zelenski”

SINISTRA&GUERRA “Non schierarsi né con Putin né con Zelenski è assolutamente ragionevole”. Tariq Ali, marxista di origine pakistana, una lunga militanza politica e intellettuale alle spalle, in particolare come saggista e redattore della New Left Review, ai primi di febbraio ha rilasciato un’intervista alla redazione latino-americana di Jacobin sulla guerra in Ucraina e, più in generale, sulla politica internazionale. Si smarca dalla posizione che domina anche l’area politica di Jacobin – il sostegno “critico” alla politica di guerra della Casa Bianca– e fa alcune osservazioni molto acute sugli effetti indesiderabili di tale politica per la stessa amministrazione americana. L’atteggiamento degli USA – sottolinea ad esempio – spinge la Germania, paese economicamente complementare alla Russia e che nella sua storia ha perlopiù coltivato relazioni amichevoli con Mosca, lungo la china di un forte riarmo, che in prospettiva potrebbe risultare spiacevole per gli stessi USA, poiché la Germania è il cuore dell’UE, cioè di un alleato i cui interessi per molti versi divergono da quelli americani. Più discutibile, a nostro avviso, l’ultima parte, in cui l’intervistato analizza la situazione latino-americana, esprimendo un giudizio  che ci pare eccessivamente ottimista sull’operato della sinistra sudamericana. Visto che Jacobin Italia (come del resto l’edizione americana) ci pare abbia scelto di non  tradurre l’intervista, abbiamo deciso di mettere a disposizione dei nostri lettori l’opinione di una figura autorevole della sinistra internazionale.

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