Newsletter280918: Sindacato e sinistra? non guardano al mondo

SINDACATO&SINISTRA Nel 2018 le operazioni di acquisizione e fusione stabiliscono nuovi record trainando i processi di concentrazione del capitale nel mondo mettendo i lavoratori in concorrenza gli uni con gli altri e costringendoli ad accettare condizioni di lavoro e retribuzioni sempre più basse. In alcuni paesi abbiamo documentato come piccoli gruppi o categorie di lavoratori provino a reagire, organizzandosi e lottando per difendersi. LOTTE Capita in fabbriche manifatturiere di tipo tradizionale come la Jasic di Shenzen, dove i lavoratori oggi lottano e finiscono in carcere per ottenere i diritti sindacali elementari e succede anche in settori ‘nuovi’ (ma non troppo diversi) come l’industria dei videogiochi in Gran Bretagna e negli USA. Eppure il sindacato e la sinistra, invece di interessarsi e sostenere queste lotte stanno a guardare. CINEMA E’ uscito ieri nelle sale italiane BlacKkKlansman, l’ultimo film di Spike Lee, la storia vera ma surreale di un poliziotto nero infiltrato nel Ku Klux Klan. UN film che guarda al passato ma con un occhio alla preoccupante ascesa della destra razzista negli USA di Trump.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Newsletter250918: Cina, la geopolitica di Francesco

POLITICA&RELIGIONE L’accordo siglato sabato scorso da plenipotenziari vaticani a Pechino e presentato come una ‘intesa storica’ che risolverà finalmente lo scontro sulle nomine di vescovi in Cina, non nasce da motivazioni ideologiche o religiose, ma da una questione squisitamente di potere e quindi politica: Pechino chiede al Papa di non interferire nella vita della Cina e di non dare sponda ai suoi nemici, mentre la Chiesa cerca un modo per sopravvivere in quel paese unificando i propri fedeli e allo steso tempo una sponda per vincere la sfida con Islam e Chiesa pentecostale in Africa, senza rompere con gli USA, pregiudicandosi il futuro in una regione altrettanto strategica come l’America Latina. PUTIN Il decisionismo del presidente russo, che meno di sei mesi fa sembrava uscire trionfatore nelle urne, oggi viene rimesso in discussione dalla reazione dei russi alla controriforma delle pensioni, che spinge migliaia di persone in piazza e milioni di elettori verso un voto di protesta, di cui il maggiore beneficiario è il Partito Comunista. I brogli elettorali a Vladivostok, a vantaggio del candidato governatore di Putin, suscitano una reazione popolare tale da costringere il Cremlino a intervenire per annullare il voto. ITALIA Nella colorata ciurma degli amici italiani di Putin la mobilitazione contro la riforma delle pensioni e i brogli a Vladivostok suscitano imbarazzo o addirittura silenzio, perfino nelle file dei ‘comunisti’ più legati agli oppositori russi della riforma e alle vittime di quei brogli. Tra i simpatizzanti dell’ex spia del KGB però ci sono anche gruppi di estrema destra ed esponenti della maggioranza di governo. CINEMA Un gruppo di oltre mille attori italiani, Facciamolaconta, lancia una campagna per chiedere che anche nel settore audiovisivo sia introdotto un contratto nazionale di lavoro per chi recita. Un rapporto redatto dai ricercatori della Fondazione Di Vittorio fa emergere le ragioni materiali di questa iniziativa.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Newsletter210918: 2008-2018, economisti USA litigano

ECONOMIA Il dibattito apertosi a fine agosto tra i maggiori economisti americani riflette il fallimento delle politiche economiche messe in atto dalle amministrazioni USA prima e dopo lo scoppio della crisi del 2008 e di cui l’ascesa di Trump rappresenta l’effetto politico. Gli esperti si accusano a vicenda, cercano di scaricarsi delle proprie responsabilità, ma ciò che emerge soprattutto è che alla vigilia di una nuova crisi annunciata da più parti non hanno altra soluzione da proporre se non le vecchie ricette risultate fallimentari dal 2008 in poi: meno tasse, più spesa pubblica a esclusivo sostegno delle grandi imprese (mentre il welfare viene tagliato) e interventi sui tassi d’interesse. Uno studio di cui la società di consulenze Korn Ferry ha dato notizia mercoledì conferma, dati alla mano, che anche i lavoratori più qualificati dal 2008 hanno visto i loro salari decrescere in termini reali.  SANITA’ Le compagnie assicurative danno l’assalto al mercato della sanità integrativa, la sanità pubblica si mette a fare la compagnia assicurativa e la politica le asseconda. Ma anche il sindacato, attraverso i fondi sanitari di categoria, contribuisce a spingere milioni di lavoratori verso un mercato che diversamente ristagnerebbe. Con quali risultati e quali incognite per il futuro? Ne parliamo con Massimo Quezel e Francesco Carraro, autori di Salute Spa. La sanità svenduta alle assicurazioni, in libreria dal 13 settembre. Intanto la Lombardia è afflitta da un’epidemia di legionella che in poche settimane ha colpito 400 persone uccidendone 4. Una malattia che in un anno è cresciuta del 17% (2mila casi nel 2017) anche a causa di norme che non vengono applicate, ma non sembra appassionare la politica e i media come ad esempio il morbillo, da anni sotto i riflettori a causa della polemica sui vaccini.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Newsletter180918: manager contro all’ombra del ponte

ECONOMIA&POLITICA ‘Il ponte a Genova sarà ricostruito da un’azienda pubblica, non da Autostrade’ è il ritornello della polemica tra i ministri Cinque Stelle e l’opposizione. L’azienda pubblica è Fincantieri, che pure è una multinazionale quotata in Borsa e impelagata da tempo in uno scontro fratricida con un’altra azienda di Stato, l’ex Finmeccanica. E con l’amministratore delegato Giuseppe Bono che inciampa in una foto imbarazzante proprio nei giorni successivi allo scontro coi ‘cugini’ per il controllo su una piccola ma strategica azienda romana. E’ sufficiente che il pacchetto di maggioranza di un’azienda sia in mano allo Stato per garantire che essa non sia gestita a beneficio di piccole cricche politico-economiche?  INTERNAZIONALE Tra agosto e settembre un paio di dichiarazioni ufficiali dell’ONU inchiodano nuovamente il governo birmano dell’ex Premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, accusandolo di coprire la persecuzione della minoranza musulmana rohingya da  parte dei militari. Ma a una più attenta analisi la cacciata dei rohingya dalle loro terre si rivela solo un capitolo di una più ampia azione di esproprio della piccola proprietà contadina a beneficio delle aziende di quegli stessi paesi che condannano la ‘pulizia etnica’ e la ‘persecuzione religiosa’. In Italia intanto i fan di Aung San Suu Kyi, Piero Fassino e Vincenzo Scotti in testa, non danno segnali di pentimento.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Newsletter140918 Perché Macron traballa

EUROPA Mentre siamo ormai già immersi nella campagna elettorale per le europee 2019 colui che si candida a capo del fronte europeista contro il ‘populismo’ dilagante, il presidente francese Macron, ha avuto un rientro dalle vacanze estive quanto meno problematico. Scandali, manovre di corridoio, ma soprattutto un’economia che rallenta lo trascinano su una rotta di collisione coi lavoratori e i sindacati francesi e forse le prospettive per lui non sono così rosee se, anche nel suo campo, arrivano le prime defezioni. Dall’altra parte della barricata cresce l’egemonia delle forze ‘populiste’, come abbiamo visto di recente in Germania a Chemnitz e con le elezioni in Svezia. Uno studio della Friedrich Ebert Stiftung tedesca osserva come uno dei tratti di questa egemonia sia la crescita dell’influenza dell’estrema destra anche tra le donne. AFRICA Se ne parla sempre più di frequente, ma in modo sempre più frammentario, confuso, spesso senza alcuna conoscenza del contesto e della storia di un continente il cui sfruttamento ha contribuito allo sviluppo del capitalismo europeo occidentale e che oggi, per una sorta di ‘nemesi storica’, all’Occidente presenta un conto da molti giudicato eccessivo o addirittura immotivato. PuntoCritico ne parla con Raffaele Masto, giornalista, saggista e collaboratore della rivista Africa e di Radio Popolare. SIRIA Si è tornati a parlare di Siria a proposito dell’incombente attacco delle forze governative di Assad, appoggiate da Russia e Iran, alla roccaforte sunnita di Idlib. Milioni di sfollati in questa provincia della Siria nordoccidentale rischiano di trovarsi preda delle contraddizioni tra Ankara, Mosca e Teheran, accantonate solo temporaneamente dopo che Erdogan ha rotto la tradizionale collaborazione tra Turchia e NATO. Ora quelle contraddizioni tornano a galla con conseguenze potenzialmente esplosive.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Newsletter110918: Su ILVA Di Maio meglio di Calenda, ma…

POLITICA Quando si promette la rivoluzione e si finisce per fare semplicemente meglio di chi c’era prima non bastano le citazioni di Hitchcock (‘delitto perfetto’) a nascondere le difficoltà. Con l’accordo su ILVA firmato la settimana scorsa, indubbiamente positivo, vista la situazione, dal punto di vista dei lavoratori, Di Maio però da una parte delude una folta quota del suo elettorato che voleva chiudere Taranto, dall’altra rimane intrappolato nella contraddizione di chi difende la sovranità economica ma consegna la siderurgia italiana a una multinazionale indiana. Trincerandosi come i politici old style dietro il ‘non potevo fare altro, è colpa di quelli prima’. DESTRE In Svezia il previsto sfondamento del 20% da parte dei Democratici Svedesi non c’è stato e tuttavia il partito di estrema destra aumenta i propri consensi quasi del 50%. Come è possibile che anche in un paese ricco e con un solido welfare l’immigrazione abbia effetto analoghi a quelli osservati negli altri paesi europei? ECONOMIA La nuova svalutazione del peso argentino, come quella della lira turca, affonda le proprie radici nella dipendenza di Buenos Aires dai mercati esteri, ma è soprattutto il frutto della nuova politica di innalzamento dei tassi della FED americana, che avrà conseguenze sull’intera economia mondiale, Italia inclusa. LIBIA In Libia non è scoppiata la pace. Piuttosto le forze in campo stanno approfittando di una fragile tregua per riorganizzarsi. Ma già ieri si è registrato un nuovo assalto armato alla sede della National Oil Company a Tripoli. La tregua dunque sembra essere destinata a non durare, mentre il governo italiano riabilita il generale Haftar e la Francia comincia a mostrare qualche dubbio su di lui. CINA Il Dataroom dedicato da Milena Gabanelli (Corriere, TG7) alla Nuova Via della Seta cinese ieri ha mostrato toni di inedita durezza nei confronti di Pechino. Sovranismo del grande capitale?

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Newsletter070918: Se la cyberguerra la fa l’impresa…

ECONOMIA/TECNOLOGIA Nell’ultimo numero della sua rivista Foreign Policy, autorevole organo del capitalismo americano, solleva alcune preoccupazioni rispetto all’ondata di privatizzazioni che sta portando nelle mani di aziende private e tramite questo canale anche di dittature e gruppi criminali, persino le più sofisticate tecnologie per la guerra elettronica, mettendo a rischio infrastrutture nodali quali centrali elettriche e impianti industriali e minacciando anche il singolo cittadino. Nel momento in cui in Italia si torna a discutere di nazionalizzazioni si tratta di una situazione interessante. LAVORO Mentre in Italia Arcelor MIttal, gigante indiano della siderurgia, con l’intesa firmata ieri, consolida la propria acquisizione dell’ILVA, in India 100mila lavoratori e contadini manifestano nella capitale Delhi contro la politica economica del governo di Narendra Modi che rischia di strangolarli. L’accordo sull’ILVA, se giudicato da un punto di vista strettamente sindacale rappresenta un netto miglioramento rispetto al modo in cui la trattativa era iniziata, per un altro verso riflette l’estrema debolezza dei lavoratori italiani ed europei. Gruppi come AM hanno accumulato capitali da investire all’estero approfittando delle condizioni di favore di cui godono in patria per imporre ai propri dipendenti indiani ritmi di lavoro e paghe che nessun paese europeo avrebbe loro consentito. E ora usano la forza accumulata per imporre il proprio modello anche nelle fabbriche occidentali. Per questo ogni mobilitazione dei lavoratori indiani per ottenere condizioni di lavoro e salari migliori rappresenta una notizia più interessante della media delle notizie che ci vengono propinate quotidianamente da giornali e tv.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Newsletter040918: Governo, il banco di prova è il DEF

ITALIA Ci siamo. Con la discussione sulla legge di bilancio, dopo tante chiacchiere per il ‘governo del cambiamento’ è giunto il momento di dare dei fatti concreti a chi il 4 marzo ha scommesso sul ‘populismo’ per cercare di ottenere risposte ai problemi che riguardano la propria sopravvivenza quotidiana. Nonostante il successo mediatico delle sparate di Salvini contro presunte ‘invasioni’ da parte di qualche centinaio di disgraziati a bordo di gommoni scalcagnati, la questione sociale si rivelerà, ancora una volta, decisiva. Anche la vicenda ILVA, che in questi giorni è ancora al centro delle discussioni e riguarda il futuro di 20mila operai, rientra in questo ambito. D’altra parte le contraddizioni di questo governo non fanno che rispecchiare la debolezza di un capitalismo italiano in stato confusionale. ESTERI Il ritorno a una guerra dispiegata in Libia e la crisi valutaria in Turchia non sono avvenimenti slegati, ciascuno confinato nel proprio ambito, la geopolitica nel primo caso e la finanza nel secondo. Perché su una cosa ha ragione Erdogan e cioè che la tempesta che si sta abbattendo sul suo paese è anche (ma non solo) espressione di una guerra economica con cui l’Occidente e i mercati cercano di punire un (ex) alleato passato dalla parte del nemico. E tuttavia in Libia i ‘nemici dell’Occidente’ come appunto Erdogan e Putin hanno buon gioco a inserirsi in uno scontro fratricida interno alla NATO e all’UE. Uno scontro in cui l’Italia si avvia manzonianamente a fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro.

Se vuoi accedere alla newsletter integrale e all’archivio completo clicca qui.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi