Newsletter140723: Per l’OCSE Italia campione mondiale di tagli ai salari

ECONOMIA&LAVORO Per l’ennesima volta un rapporto internazionale smentisce i luoghi comuni del dibattito politico-economico italiano. Stavolta è l’OCSE a decretare senza ombra di dubbi che l’Italia è, tra le principali economie che aderiscono all’Organizzazione, quello in cui i salari sono più diminuiti, mentre i profitti sono cresciuti più del costo del lavoro. Eppure ancora una volta ci troviamo di fronte all’ennesima campagna stampa di imprenditori e bottegai che si lamentano di non trovare dipendenti, nonostante il reddito di cittadinanza sia in via di smantellamento. Un articolo di Sergio Bologna pubblicato un anno fa rispondeva in modo particolarmente efficace anche alla tesi secondo cui il mancato incontro di imprese e lavoratori sarebbe un “problema di formazione”. In realtà il problema è di salari e condizioni di lavoro e questo per la sinistra e il sindacato dovrebbe essere l’alfa e l’omega della loro azione a partire da settembre.

Newsletter100519: classe media in crisi

SOCIETA’ Un recente rapporto dell’OCSE sul declino della classe media ha suscitato una certa eco anche in una parte dell’establishment politico-economico nazionale. Sia il Sole24Ore sia Avvenire hanno dedicato spazio a un fenomeno sociale con evidenti conseguenze politiche, che nelle democrazie occidentali è tra le cause dell’ascesa del cosiddetto populismo. Ma il concetto di classe media, definito semplicemente in base all’appartenenza a una fascia di reddito, è sufficiente a comprendere quel declino e gli effetti che esso dispiega sulla coscienza politica di massa? ECONOMIA Oggi Uber approda a Wall Street e due giorni fa si è svolta la prima giornata internazionale di mobilitazione degli autisti di Uber (e di Lyft) per chiedere paghe e condizioni di lavoro migliori. A muoversi in realtà sono stati solo alcune centinaia di lavoratori in diverse città della Gran Bretagna e degli USA. Ma il ghiaccio si è rotto e, soprattutto, il colpo all’immagine della società in un momento così delicato potrebbe fare effetto. SINDACATO In Irlanda, col referendum del 2 maggio, le infermiere e le ostetriche irlandesi confermano l’accordo raggiunto dal sindacato col Governo grazie alla mediazione della Labour Court e chiudono una stagione di scioperi iniziata a gennaio. Il risultati tuttavia è più basso del previsto.

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