TEORIA Antropocene: Marx, capitalismo e crisi ecologica

Dopo la nota pubblicata a febbraio dalla banca d’affari Natixis, che conferma la teoria economica di Marx 150 anni dopo Il Capitale, pubblichiamo un altro articolo che dimostra come la teoria marxiana sia ancor oggi uno strumento di indagine scientifica utilizzato dagli studiosi e non semplicemente un oggetto di dibattito tra gli storici. Se l’utilizzo de Il Capitale in campo economico appare abbastanza naturale (magari non da parte del centro studi di una grande banca), in questo caso ci troviamo di fronte a un’applicazione meno abituale della teoria di Marx. L’autore del saggio, Carles Soriano, dell’Istituto di Scienze della Terra Jaume Almera di Barcelona (Consiglio della Ricerca Scientifica Spagnolo) interviene infatti in un dibattito in corso ormai da alcuni decenni, anche se poco noto al grande pubblico, che riguarda l’introduzione di una nuova era geologica, l’Antropocene, il cui corso sarebbe segnato da significativi mutamenti indotti nell’ambiente terreste dall’attività umana. E’ un dibattito che è uscito dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori, tanto che nel 2011 l’Economist gli ha dedicato una copertina. La questione che Soriano analizza nell’articolo L’Antropocene e la riproduzione sociometabolica del capitale (scarica il PDF) è se si debba concentrare l’attenzione su generici mutamenti prodotti dall’attività umana o se invece la vera questione siano gli effetti esercitati sull’ambiente dal modo di produzione capitalistico. Soriano argomenta che il processo che le scienze sociali definiscono ‘metabolismo sociale’, cioè lo scambio di materia ed energia tra società e natura, al centro di quei mutamenti, può essere efficacemente studiato attraverso l’approccio marxiano fondato sulla demistificazione di fenomeni sociali presentati come fenomeni naturali e viceversa. Concentrare l’attenzione sugli effetti del capitalismo (e non genericamente su quelli dell’attività umana) sull’ambiente consente di sfatare anche alcune illusioni sulla possibilità di risolvere la crisi ambientale che affligge la Terra semplicemente intervenendo su alcuni fattori specifici di tale crisi (per citare un solo esempio l’utilizzo dei combustibili fossili), senza tuttavia metterne in discussione le ragioni strutturali. Ringraziamo Carles Soriano per l’autorizzazione a pubblicare il suo lavoro e per la preziosa collaborazione fornitaci  in fase di revisione editoriale.

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Newsletter110518: Iran-USA. E ora?

POLITICA Martedì sera Donald Trump ha annunciato l’uscita degli USA dal trattato sul nucleare iraniano. Si tratta di una notizia attesa, che avrà conseguenze geopolitiche non solo sulle relazioni Iran-USA, ma più in generale sugli equilibri geopolitici globali e che sta già suscitando un ampio dibattito. Come sempre quando si tratta di politica internazionale la stampa italiana, a parte rare eccezioni, è la meno adatta a farsi un’idea di ciò che realmente bolle in pentola. Lo scontro Iran-USA viene presentato come frutto delle ‘paturnie’ del bizzarro presidente degli Stati Uniti. In realtà, come ha commentato Limes, una delle poche voci italiane autorevoli in materia di politica internazionale, si tratta di un mutamento di tattica all’interno di una strategia ormai consolidata da decenni. MOBILITAZIONI Negli ultimi giorni alcune delle mobilitazioni che abbiamo seguito in questi mesi hanno vissuto alcuni passaggi importanti, dalla vertenza ILVA alla lotta dei lavoratori della GTT contro la giunta pentastellata a Torino, per quanto riguarda l’Italia, fino gli scioperi dei ferrovieri francesi e degli insegnanti in un numero crescente di Stati negli USA. In attesa di tornare a occuparci nel dettaglio di ciascuna di queste vertenza, in questo numero abbiamo voluto tracciare una breve panoramica dei più importanti sviluppi, sentendo anche i diretti interessati. SCIENZE Il dibattito internazionale tra i geologi sull’introduzione di una nuova era geologica, l’Antropocene, vede entrare in campo anche la teoria marxiana della produzione e riproduzione del capitale, impiegata come strumento di analisi per analizzare gli effetti dell’attività umana sull’ambiente e la crisi ecologica che affligge il Pianeta. Una conseguenza inevitabile della presenza umana o, in particolare, dell’introduzione del modo di produzione capitalistico? A 200 anni dalla sua nascita il pensiero di Marx rappresenta ancora un efficace strumento di indagine, almeno per una parte della comunità scientifica internazionale.

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Newsletter080518: il problema sarebbero gli scioperi?

ATTUALITA’ Mentre i bus delle aziende di trasporto pubblico delle città italiane continuano ad andare a fuoco (l’ultimo stamattina a Roma a pochi passi da Piazza di Spagna ha provocato un ferito) pare che per le nostre autorità il problema principale degli utenti siano gli scioperi. E così la Commissione di Garanzia sugli Scioperi nei Servizi Essenziali e il Consiglio di Stato mettono in campo due decisioni che rendono sempre più difficile fare ciò che i ferrovieri francesi stanno facendo da un mese e continueranno a fare – questo l’annuncio della CGT – anche dopo l’incontro col Governo di ieri. Volendo essere precisi le modalità di sciopero francesi qui da noi sono vietate dall’entrata in vigore di una riforma del 2000, fatta non già da Berlusconi, bensì da D’Alema. ESTERI I risultati ancora provvisori delle elezioni di domenica in Libano ci consegnano una situazione ancor più tesa, non solo nel Paese dei Cedri, ma nell’intero Medio Oriente, dove la vittoria di Hezbollah accresce le tensioni con Israele, l’Arabia saudita e gli USA, che proprio oggi dovrebbero conoscere le intenzioni definitive di Trump in merito all’accordo con Tehran, protettore degli sciiti libanesi, sul nucleare. SINDACATO In Cina il Primo Maggio vede svolgersi in 20-30 città scioperi degli addetti alle gru dei megacantieri edili, i quali chiedono salari più alti, meno ore di lavoro, contratti scritti e versamenti sociali e previdenziali. STRATEGIA La telenovela delle consultazioni, apparentemente giunta alle ultime puntate, fornisce lo spunto a uno dei nostri redattori per affrontare, in termini divulgativi, un argomento forse più interessante, cioè l’applicazione della teoria matematica dei giochi alla soluzione di problemi di strategia, una materia su cui da circa 70 anni alcune delle maggiori istituzioni militari ed economiche occidentali indagano, anche assoldando i migliori scienziati su piazza, ma tuttavia poco nota al grande pubblico.

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Newsletter040518: Israele-Iran, guerra in vista?

MEDIO ORIENTE Il raid israeliano su una base siriana, in cui lunedì avrebbero perso la vita almeno una ventina di Guardie della Rivoluzione iraniane, prefigura una possibile nuova escalation Israele-Iran. I due paesi – secondo alcuni analisti – non sono mai stati così vicini a uno scontro, stavolta diretto e non per procura. A dimostrazione che la tesi secondo cui, una volta sgombrato il campo dall’ISIS, la matassa siriana sarebbe stata sbrogliata, non ha mai avuto fondamento. E cioè che l’ISIS più che un protagonista è stato una pedina, pur dotata di una progettualità autonoma. Se anche una guerra Israele-Iran oggi non conviene a nessuno, è purtuttavia vero che il rischio di sbagliare i calcoli e perdere il controllo della situazione incombe. FRANCIA A un mese esatto dall’inizio dello sciopero ‘due giorni su cinque’ dei ferrovieri si comincia a fare un bilancio ed emergono valutazioni diverse tra le organizzazioni sindacali, che in qualche modo riflettono una difficoltà oggettiva. Il Governo e le Ferrovie francesi (SNCF) finora non hanno battuto ciglio, il peso economico dello sciopero sui lavoratori si fa sentire e la solidarietà dei francesi potrebbe non durare ancora a lungo. In vista di un incontro col Governo, il 7 giugno, i sindacati potrebbero decidere di alzare il tiro. MARX200 Il 5 maggio 1818 nasceva a Treviri Karl Marx e le iniziative per ricordarlo si moltiplicano. Dopo il successo di un film sul giovane Marx, di cui ci siamo già occupati, presso il pubblico italiano, arriva il ‘successo’ della teoria economica marxista presso gli analisti di Natixis, una delle maggiori banche d’affari europee, che a febbraio ha pubblicato una nota in cui dimostra, grafici e tabelle alla mano, che la validità di quella teoria è confermata dall’attuale dinamica del capitalismo. IN BREVE Virginia Raggi rinvia il referendum sulla privatizzazione di ATAC, mentre incombe il responso del Tribunale di Roma sul concordato preventivo. Nuove indiscrezioni su un possibile ‘piano B’ in caso di bocciatura ci dicono che a Roma su ATAC potrebbe giocarsi una partita internazionale che in realtà riguarda il controllo del trasporto ferroviario italiano.

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Newletter270418: Bollorè, fine di un impero?

ECONOMIA Vincent Bollorè, patron di Vivendi a capo di un impero economico globale – agricoltura, logistica, tv, pubblicità, telefonia, finanza e molto altro – nel mirino di un fondo americano che contende a Bollorè-Vivendi il controllo sull’italiana TIM e dei giudici francesi che martedì hanno arrestato lui e poche settimane prima avevano arrestato, per ragioni diverse, il suo illustre padrino politico, l’ex Presidente della Repubblica Nicholas Sarkozy. E’ la naturale fine di un impero o un regolamento di conti ai vertici del capitalismo francese? E, se sì, che atteggiamento hanno le classi dirigenti italiane verso Bollorè e che conseguenze potrebbero avere i fatti di questi giorni sulla nostra economia? PuntoCritico prova a rispondere a queste domande analizzando il fenomeno Bollorè dalle origini, nei primi anni ’80, quando il futuro ‘scalatore’ rileva una malandata azienda di famiglia. POLITICA Il consiglio comunale straordinario di martedì a Roma sulla crisi dell’ATAC conferma la reticenza della Giunta Raggi, ma anche i dubbi sulla sua capacità di risolvere i problemi del trasporto pubblico romano, dubbi del resto confermati anche dall’analisi che abbiamo effettuato del piano industriale allegato alla proposta di concordato preventivo al vaglio del Tribunale di Roma. Nel frattempo, nella zona d’ombra lasciata dalle consultazioni per la formazione di un nuovo governo, Gentiloni e Padoan preparano una legge di bilancio che in qualche misura potrebbe predeterminare la strada per il prossimo Presidente del Consiglio. SINDACATO Ieri l’infinito tavolo di trattativa su ILVA ha visto i sindacati protagonisti di quello che qualcuno chiama ‘una pausa che sa tanto di strappo’. Lo scontro si consuma non solo sugli esuberi, che ArcelorMittal conferma alla fine saranno 5500, ma anche sul nodo della continuità dei contratti di lavoro per i dipendenti che verranno confermati.

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Newsletter240418: Fondi pensione, welfare integrativo: affare o trappola?

Lo chiamano ‘welfare’ e sta diventando la strategia prediletta dalle aziende per pagare i dipendenti, nello specifico alcune voci presenti in busta paga come gli aumenti contrattuali e i premi di produttività, e allo stesso tempo per ridurre il costo del lavoro. In che modo? Invece di versarle direttamente ai propri dipendenti quelle somme vengono erogate a fondi pensione, sanità integrativa e altri servizi integrativi rispetto al welfare pubblico oppure vengono ‘pagati’ ai lavoratori offrendo loro pacchetti di servizi che vanno dall’asilo dei bambini alla palestra fino addirittura ai ticket per la benzina. Le aziende ci guadagnano perché su quelle somme non pagano le tasse. Ma i lavoratori? PuntoCritico ha raccolto dati e testimonianze per provare a capire questo nuovo scenario e le conseguenze di questa trasformazione.

A giudicare dai dati sull’adesione ‘volontaria’ (si tenga presente questo termine) a questi servizi i lavoratori non ne sembrano entusiasti. Tanto che le organizzazioni di categoria degli imprenditori e il sindacato stanno utilizzando il grimaldello della contrattazione nazionale per finanziare fondi pensione e mutue integrative prelevando i soldi alla fonte, cioè direttamente dalle buste paga. Ma non è solo una questione economica. Per il sindacato fondi pensione, mutue integrative ed enti bilaterali stanno diventando, insieme a CAF e patronati, il volano di un nuovo modello organizzativo e un’alternativa alla crisi che lo sta investendo. Un sindacato che si sposta dalla rappresentanza e dalla contrattazione verso la gestione di pezzi di sanità, di previdenza, di ammortizzatori sociali, ma non solo.

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PRIMOPIANO R. Lajolo: ‘I riders vogliono un tavolo di trattativa’

Il tribunale di Torino la settimana scorsa ha respinto l’azione legale di sei ex riders di Foodora, la piattaforma per la consegna di cibo a domicilio, che avevano impugnato il licenziamento e chiesto il riconoscimento dello status di dipendenti. Il giudice ha respinto la richiesta con una sentenza di cui si attende che vengano depositate le motivazioni (Corriere120418, LaStampa110418). I legali dei sei riders hanno annunciato che presenteranno ricorso. Foodora, una delle maggiori piattaforme di food deliverance, opera in una decina di paesi. In Italia è arrivata qualche anno fa, spartendo da Milano e da Torino, a cui in seguito si sono aggiunte Roma, Bologna, Firenze e Verona. Nel 2016 l’azienda salì all’onore delle cronache dopo che i riders torinesi avevano bloccato il servizio per protestare contro l’introduzione del cottimo al posto della retribuzione oraria.  Domenica a Bologna più di 100 riders da tutta Italia si sono riuniti per fare il punto della situazione e decidere come portare avanti le proprie ragioni dopo la sentenza negativa di Torino (Manifesto170418, FattoQuotidiano160418). Il giorno dopo una trentina di lavoratori hanno occupato la sede milanese di Deliveroo e sono stati respinti dagli addetti alla sicurezza (video sulla pagina FB di DeliveranceProject). Dopo le prime lotte nel 2016 i riders si sono organizzati su base cittadina –  nuclei più forti sono a Torino, Milano e Bologna – cercando al contempo di coordinarsi a livello nazionale. Per informazioni sulle loro attività si possono consultare le pagine FB DeliveranceProject (Torino), DeliveranceMilano e UnionRiders Bologna. Per chiedere una valutazione delle ultime vicende e qualche anticipazione sulle prossime scadenze abbiamo intervistato Ricardo Lajolo, rider torinese di Foodora che ha preso parte all’incontro a Bologna ed è stato uno dei primi organizzatori del movimento dei lavoratori in questo settore.

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Newsletter200418: FMI, altro che ripresa economica…

ECONOMIA La pubblicazione dell’ultimo World Economic Outlook a cura degli economisti del Fondo Monetario Internazionale in Italia è stata occasione semplicemente per osservare che la nostra economia non è poi messa così male, ma che rimaniamo comunque il fanalino di coda tra i paesi dell’Unione Europea. In realtà un documento così importante meriterebbe una lettura più attenta. Se ne ricaverebbero alcune informazioni interessanti e soprattutto una argomentata smentita dell’ottimismo dei nostri politici in materia economica. L’idea che siamo quasi fuori dal tunnel e che nei prossimi anni raccoglieremo i frutti dei sacrifici fatti ultimamente è smentita dagli analisti del FMI, che prevedono, al contrario, un rallentamento della crescita globale, la possibilità di nuovi shock finanziari e una nuova ondata di misure di deregulation e compressione dei redditi da lavoro. PRECARI Secondo il FMI l’economia dei ‘lavoretti’ è destinata a crescere, anche a causa delle progressiva deindustrializzazione delle economie avanzate. Proprio su questo fronte nei giorni scorsi in Italia si sono registrate alcune novità. La settimana scorsa il Tribunale di Torino ha respinto il ricorso di sei lavoratori di Foodora contro il licenziamento; domenica a Bologna più di cento lavoratori del settore si sono riuniti e il giorno dopo una trentina ha occupato la sede milanese di Deliveroo. Per fare il punto della situazione abbiamo intervistato Ricardo Lajolo, fattorino di Foodora e tra i primi organizzatori dei riders italiani. SINDACATO L’intervista con Lajolo solleva alcuni problemi di strategia fisiologici per un settore in cui è da pochissimo che i lavoratori hanno iniziato a organizzarsi. Ma le necessità di fare un bilancio delle lotte per affinare la propria strategia tocca anche settori con una lunga tradizione alle spalle. E’ il caso dei lavoratori della scuola americana, che da mesi stanno dando vita a una straordinaria mobilitazione. Il sito Jacobin questa settimana ospita un interessante confronto tra due esponenti del movimento sindacale americano, che provano a fare un bilancio e a trarre alcune lezioni dagli scioperi dei mesi scorsi. Un tipo di dibattito di cui qui d noi si sente la mancanza.

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Newsletter170418: E se Macron fallisse?

INTERNAZIONALE L’ultimo numero di Limes, la rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo, ci fornisce un’immagine della Francia di Macron priva di quell’alone agiografico con cui la politica italiana è solita porsi nei confronti di qualunque fenomeno a cui pensa di potersi ispirare per uscire dalla propria crisi. Le aspirazioni regali di Macron alla riconquista della ‘grandezza perduta’ vengono ridimensionate e le sue contraddizioni messe in rilievo in tutta la loro portata. ITALIA Limes sottolinea anche le possibili influenze della politica francese sull’Italia. Un nuovo governo a trazione leghista o pentastellata potrebbe decidere di non confermare la missione italiana in Niger decisa a gennaio (col voto contrario del M5S), così come per il ‘lepenista’ Salvini la conferma del ‘Trattato del Quirinale’, messo in cantiere lo scorso autunno da Macron e Gentiloni, potrebbe essere un boccone troppo indigesto. Anche un articolo del britannico International Institute for Strategic Studies, tratto dall’edizione 2018 dell’IISS Military Balance+, si interroga sugli sviluppi della politica estera italiana nei prossimi mesi. Il nuovo governo italiano infatti non sarà chiamato a occuparsi solo di fisco o di reddito di cittadinanza. C’è anche la politica internazionale, soprattutto dopo le recenti tensioni in Siria. SINDACATO Sabato a Genova all’incontro internazionale organizzato dal coordinamento dei consigli di fabbrica europei della siderurgia rappresentanti sindacali italiani, francesi, tedeschi e belgi del settore hanno analizzato i possibili effetti della ristrutturazione della produzione europea, con migliaia di esuberi in arrivo nei prossimi mesi e lanciato un segnare chiaro e forte al sindacato europeo e mondiale: i lavoratori europei della siderurgia vogliono scioperare insieme per difendere stipendi e posti di lavoro, ma anche per non farsi arruolare e dividere dalle iniziative protezioniste in atto, non solo da parte degli USA, nel mercato dell’acciaio. IN BREVE Il Corriere pubblica un’interessante e ampia intervista ad Arturo Schwarz, poliedrico scrittore, artista, editore e collezionista, militante politico marxista, che riepiloga una vita avventurosa e densa di contatti con personaggi come Lev Trotsky e André Breton. Al Cinema è ‘Karl Marx mania’? ‘Il giovane Karl Marx’ è un piccolo successo. Partito in sordina, raddoppiano le copie in circolazione per rispondere alla richieste delle sale.

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Newsletter130418: Siria, nuova guerra fredda?

POLITICA Le roboanti dichiarazioni di Trump contro la Russia e le minacce di un intervento contro Assad dopo il presunto attacco chimico ai danni di civili in Siria sono da prendere sul serio o sono una delle solite sparate a cui il presidente degli Stati Uniti ci ha ormai abituato? Secondo la maggior parte degli analisti in realtà né USA né Russia, aldilà degli accenti propagandistici utilizzati nei giorni scorsi, hanno intenzione di dare vita a una vera e propria escalation in Siria Allo stesso tempo però qualunque iniziativa militare – e qualcosa Trump dovrà pur fare – può generare effetti che vanno aldilà delle intenzioni dei protagonisti. In Siria poi al fianco di Assad non c’è solo l’esercito russo ma anche le milizie iraniane, di cui è più difficile prevedere e gestire eventuali reazioni. TRASPORTI A Roma i radicali di Emma Bonino lanciano un’offensiva tutta politica contro il trasporto pubblico locale. Nel mirino l’ATAC che i radicali vorrebbero privatizzare, ma anche il trasporto non di linea, che i radicali vorrebbero comunque affidare al mercato (leggi UBER). Il 3 giugno si svolgerà il referendum consultivo che il comitato Mobilitiamo Roma ha imposto alla sindaca Raggi raccogliendo 33mila firme. Un’operazione che va oltre i confini della Capitale e guarda al panorama politico nazionale. Dopo il risultato insoddisfacente di +Europa Emma Bonino gioca la carta dell’assalto ai servizi pubblici per accreditarsi come la più autorevole voce del ‘macronismo italiano’ scavalcando anche un PD in crisi di identità. Ne parliamo con Stefano Fassina, promotore del comitato per il NO ‘ATAC Bene Comune’. SCIOPERI FRANCESI Mentre la mobilitazione sindacale a difesa dei servizi pubblici prosegue, abbiamo intervistato Jean-Marc Salmon, uno dei trenta intellettuali che hanno lanciato la cassa di resistenza a favore dei ferrovieri in sciopero, e pubblichiamo anche un’intervista, tratta dal sito americano Jacobins, a Bruno Ponchet, ferroviere e sindacalista di Sud Rail. I due ci aiutano a capire più in profondità il clima in cui è scoppiato questo scontro tra Macron e i lavoratori francesi. Nella nuova sezione IN BREVE oggi lo sciopero alla GTT di Torino e la lettera di solidarietà inviata da sei delegati sindacali genovesi dell’igiene ambientale alla CGT di Marsiglia a sostegno degli scioperi dei colleghi francesi.

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