Newsletter140120: Iran, Iraq, HK, oltre la questione democratica

POLITICA Presentare le tante rivolte in corso nel mondo, a partire da quelle in atto in un Medio Oriente surriscaldato dallo scontro USA-Iran, come semplici ‘mobilitazioni per la democrazia’ è funzionale agli interessi di chi ci spiega che la soluzione è, appunto,  ‘esportare la democrazia’ in quei paesi conservandone le politiche economiche (neoliberali). Ma conviene anche a chi difende dittature e regimi autoritari, talora sedicenti socialisti, in nome della lotta al ‘turbocapitalismo americano’. E’ la geopolitica delle élite, quella per cui i protagonisti sono i potenti di turno e i loro apparati, mentre le classi sociali maggioritarie contano solo quando fanno ciò che a quei potenti torna comodo (vedi la pelosa solidarietà di Trump al popolo iraniano nei giorni scorsi). Di contro manca una geopolitica dei lavoratori, che cioè analizzi i grandi avvenimenti della politica internazionale con gli occhi di quelle classi sociali e sia capace di elaborare in merito un proprio punto di vista e una propria strategia. In assenza di ciò il ripiegamento anche della tradizionale base sociale della sinistra verso il ‘sovranismo’ è inevitabile. In questo numero proviamo ad analizzare l’intreccio tra lotta per la democrazia e questione sociale nelle mobilitazioni che attraversano l’Iran da due anni, in quella di Piazza Tahrir in Iraq e in un recente e inedito processo di sindacalizzazione in atto a Hong Kong.

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Newsletter291019: Roma, rotta la pax sindacale, Raggi in difficoltà

POLITICA Le tante contraddizioni accumulatesi negli anni a Roma stanno spingendo la sindaca Raggi e il sindacato verso un conflitto che appare tutt’altro che desiderato e si intreccia con le tensioni latenti nella maggioranza di governo e dello stesso M5S. I sindacati infatti in sostanza chiedono al Governo di commissariare la Capitale. In questa situazione per i lavoratori delle partecipate si aprono delle opportunità, ma si pone allo steso tempo un problema di strategia. LOTTE Nel mondo si moltiplicano le mobilitazioni di massa che prendono spunto dal carovita ma sfociano in una critica frontale al sistema politico e sociale nel suo complesso. E’ accaduto in Cile con la rivolta contro l’aumento di 30 pesos delle tariffe dei trasporti, su cui torniamo in questo numero, e si sta ripetendo in Libano col movimento innescato dalla cosiddetta ‘tassa su WhatsApp’. Siamo in presenza di un trend generalizzabile a livello globale? Un tema su cui torneremo nelle prossime settimane.

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