Newsletter230523: IRANLEAKS Tehran si sceglie il “nemico migliore”

INTERNAZIONALE Iranleaks potremmo chiamarlo, sull’esempio di altri episodi di diffusione di documenti top secret. Il 7 maggio un gruppo hacker vicino all’opposizione repubblicana iraniana ha violato i siti del Ministero degli Esteri e sottratto 54 terabyte di documenti che ha cominciato a riversare in rete. Ne emergono anche aspetti imbarazzanti per l’Occidente, come la trattativa tra Belgio e Iran per lo scambio di prigionieri politici e una curiosa simpatia per la famiglia dell’ex scià, che sembra accomunare servizi di sicurezza iraniani e ambienti euroatlantici, anche italiani, popolati anche di personaggi bizzarri. CAPITALISMO LIMES ha intervistato Richard D. Wolff, economista marxista americano: un lungo dialogo sulla globalizzazione, il declino americano e l’ascesa cinese. Se uno dei più autorevoli pensatoi della borghesia italiana si rivolge a un marxista è un segnale di crisi?

Newsletter170519: Lega-M5S, scontro sull’esercito

POLITICA Lo scontro Trenta-Salvini sulla gestione dell’immigrazione, aldilà del tema in sé, è interessante perché ci offre una chiave di lettura meno semplicistica delle tensioni in atto nella maggioranza di governo. Tensioni che si manifestano sul pelo dell’acqua della politica, ma che in realtà riflettono conflitti più profondi nella società e in questo caso, in particolare, negli apparati dello Stato. Del resto Elisabetta Trenta non è una politica di carriera, ma è figlia di quegli stessi apparati. Ed è lì che bisogna andare a scavare se si vuole comprendere il senso della cronaca e non limitarsi a osservare le increspature sulla sua superficie. SINDACATO Nell’appello all’unità sindacale lanciato il primo maggio dal segretario della CGIL Landini più che una proposta collocata dentro un ragionamento sindacale in senso stretto o un’aspirazione dei lavoratori italiani sembra emergere la sua sintonia con un milieu intellettuale progressista che vede nell’unificazione di CGIL CISL e UIL l’unica prospettiva possibile per la sopravvivenza del sindacato. HIGH-TECH/SICUREZZA La notizia dell’attacco hacker lanciato nei giorni scorsi ai danni di un numero imprecisato di utenti di whatsapp in realtà riscoperchia una vecchia storia, di cui ci eravamo già occupati l’anno scorso. Il software impiegato, prodotto da una ditta israeliana, è quello utilizzato anche dai sauditi per entrare nel  telefono di Jamal Khashoggi, il giornalista saudita assassinato lo scorso ottobre.

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