LAVORO La settimana scorsa una manifestazione dei driver di Amazon a Milano, con la presenza del segretario generale della CGIL Landini, ha riacceso i riflettori su un’azienda e su un settore, la logistica, che sta diventando sempre più centrale nell’economia globale dominata dall’e-commerce. Per il sindacato si tratta di una vera sfida, perché per intervenire in queste grandi ‘fabbriche’, con migliaia di lavoratori spesso ultra-precari e con condizioni di lavoro talvolta pre-moderne, esso deve riorganizzarsi, imparare a lavorare anche in condizioni di ‘clandestinità’ e soprattutto darsi un respiro internazionale. Ne parliamo con Cinzia Cacciatore della CGIL, che segue l’hub Amazon di Passo Corese, nel Lazio, il più grande d’Italia coi suoi 2.000 dipendenti diretti e chissà quanti interinali. Le difficoltà della sindacalizzazione non si manifestano solo in Italia. Negli USA un’azienda del gruppo ha prodotto un video di 45 minuti per spiegare ai suoi team leader come riconoscere i sintomi della sindacalizzazione e prevenirla. Del resto, come osserva Joe Allen, studioso, saggista e attivista americano di orientamento socialista, autore nel 2016 di un libro dedicato alla UPS (per cui ha lavorato10 anni) ‘La rivoluzione della logistica segna anche l’ascesa dei giganti del commercio e della logistica con un approccio aggressivo e punitivo nella gestione del lavoro’. In un articolo del 2015 Allen chiarisce il senso di questa sfida per i lavoratori e per la sinistra statunitense, dipingendo un vivido affresco delle grandi cattedrali della logistica americana e della sua storia e ponendo alcuni interrogativi che ci sembra utile riproporre anche nella situazione italiana.
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