PRIMO PIANO Savona: bus fermi contro la privatizzazione

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Dopo gli scioperi selvaggi delle genovesi AMT nel 2013 e ATP nel 2016, martedì sono stati i dipendenti di TPL Linea, l’azienda dei bus di Savona e provincia, a incrociare le braccia senza  seguire la complicata procedura prevista dalla 146, la legge che disciplina gli scioperi nei servizi pubblici essenziali. Una scelta rischiosa (le multe vanno da 250 a 500 euro al giorno), che può essere spiegata solo col sentimento di grave preoccupazione e di rabbia dei lavoratori scatenato dall’avvicinarsi della gara per l’affidamento del trasporto pubblico locale, di fatto la privatizzazione del servizio, un bando da 146 milioni di euro per dieci anni.

Una scelta che i circa 400 lavoratori respingono anche perché, a differenza di altre aziende di trasporti, ‘TPL Savona – ci spiega Francesco Monti – autista e per molti anni delegato sindacale – è un’azienda sana. Infatti ci dicono che nel 2017 il bilancio dovrebbe essere addirittura in attivo per circa 300mila euro. Il problema semmai sono gli enti locali che dicono di non avere i soldi per pagare i  costi del contratto di servizio’.TPL Savona infatti è un’azienda interamente pubblica. Le quote più importanti sono in mano al Comune (29%) e alla Provincia di Savona (34%), il resto ai piccoli comuni dl savonese e una quota del 12% è di proprietà della GTT, l’azienda dei bus del Comune di Torino. ‘La provincia – ci ha detto Marco Ravera, consigliere comunale di Rifondazione e primo firmatario di una mozione per la proroga da 2 a 4 anni della gestione pubblica respinta lunedì dal consiglio comunale – governata da una maggioranza bipartisan ha deciso di sbarazzarsi delle sue quote e ha proposto ai comuni di acquistarle, ma i comuni dicono di non avere le risorse. Per cui si è deciso di mettere il servizio a gara e il 31 marzo scadono i termini per la presentazione delle domande. Qualcuno ipotizza che tra i candidati ci sarebbe Autoguidovie’. Autoguidovie è la società a cui la Città Metropolitana di Genova nello scorso ciclo amministrativo aveva deciso di affidare il trasporto pubblico extraurbano, salvo estrometterla, dopo meno di due anni, dalla gestione dell’azienda. Ed è soprattutto socia di BusItalia, l’azienda del Gruppo Trenitalia che si occupa di trasporto pubblico locale.

Lo sciopero è stato sospeso dopo poche ore, grazie all’intervento del Prefetto, che ha convocato le organizzazioni sindacali e garantito la convocazione di un nuovo incontro tra 15 giorni, tre giorni prima della scadenza del bando, con tre punti all’ordine del giorno. Il primo è un’ulteriore valutazione della possibilità di proseguire con la gestione pubblica. Il secondo riguarda la garanzia che il nuovo gestore privato garantisca gli attuali organici, la continuità del rapporto di lavoro e il mantenimento del contratto nazionale di categoria e della contrattazione aziendale. La preoccupazione dei lavoratori  è di essere licenziati e riassunti, perdendo anzianità, premi di produzione e articolo 18. Il terzo punto riguarda la conferma dei livelli di servizio svolti oggi, unica garanzia dell’occupazione. ‘Il problema è – osserva ancora Ravera – che nel bando di gara queste clausole non ci sono e dal punto di vista legale non possono essere inserite in corso d’opera’. E’ vero che la legge regionale sul trasporto pubblico prevede in caso di appalto le cosiddette clausole sociali a garanzia dei lavoratori. Ma solo il fatto che siano inserite nel capitolato d’appalto darebbe loro valore contrattuale. D’altra parte lo stesso capitolato prevede che la gara possa essere sospesa per ragioni di ‘interesse pubblico’. Un’ipotesi che però appare abbastanza remota.

La vertenza fa emergere le contraddizioni interne alla politica del centrosinistra e del centrodestra. ‘Per quanto riguarda Savona sono almeno quattro anni che si parla di privatizzazione – osserva Giorgio Barisone, candidato sindaco alle ultime elezioni e rappresentante savonese dell’Associazione ControCorrente. ‘La realtà è che coi tagli ai trasferimenti agli enti locali il Comune sta cercando di sbarazzarsi delle sue partecipazioni per ridurre i costi e questa è una politica che è stata intrapresa ben prima che a Savona vincesse il centrodestra. D’altra parte nel savonese il PD ha responsabilità pesanti rispetto alla crisi occupazionale. In questi giorni oltre ai tranvieri nel mirino ci sono i dipendenti della Piaggio Aero, vittime di una serie di scelte sciagurate della politica di centrosinistra e anche del sindacato’. Anche nel centrodestra però le incongruenze non mancano: ‘Il centrodestra ligure dovrebbe decidere che tipo di politica portare avanti in materia di trasporto pubblico locale. – osserva Maurizio Rimassa, coordinatore ligure dell’Unione Sindacale di Base– In ogni provincia della regione che governa ormai da tre anni infatti sta assumendo posizioni diverse. A Imperia ha chiesto e ottenuto una proroga di quattro anni della gestione pubblica facendo valere una norma che riguarda l’ammortamento degli investimenti.  A Savona privatizzano. A Genova il sindaco Bucci dice che il trasporto deve rimanere pubblico’. Cosa succede nella quarta provincia, La Spezia, ce lo spiega Luca Simoni, storico delegato dei Cobas, da sempre fortissimi all’ATC. ‘Per noi il contratto di servizio scade tra alcuni mesi e il sindaco di centrodestra sta pensando a una gara a doppio oggetto, cioè sia l’affidamento del servizio a privati sia la vendita di una parte del pacchetto azionario. Noi siamo contrari e stavolta lo sono anche quei sindacati che quando in Comune c’era il centrosinistra volevano la privatizzazione’.  D’altra parte sarà interessante anche capire quale posizione prenderà la GTT, che è il terzo socio per numero di azioni e che risponde alla giunta a 5 Stelle di Torino. A Savona infatti i consiglieri del M5S hanno sottoscritto la mozione presentata da Ravera in consiglio comunale lunedì.

Rimane infine da vedere che atteggiamento avranno i lavoratori e il sindacato nelle prossime settimane. ‘Il fatto che il tavolo venga convocato tra 15 giorni lascia un po’ perplesso – commenta Monti – così come l’atteggiamento dei sindacati confederali e della FAISA. La proposta dello sciopero di ieri è venuta dai lavoratori. Il sindacato, invece di assumersi la responsabilità di una proposta ha detto ai lavoratori di decidere loro’. Sui lavoratori in queste ore pesa anche la spada di Damocle delle multe. Il prefetto infatti sembra particolarmente deciso a usare il pugno duro per evitare che l’episodio di martedì si ripeta.

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