Newsletter190618: Migranti, per la politica un mercato da regolare

ITALIA Il neoministro degli Interni Salvini non fa che portare avanti strombazzando una politica che i governi almeno degli ultimi dieci anni hanno disegnato e applicato alla chetichella, una politica basata su uno scambio tanto chiaro quanto cinico: noi paghiamo chi governa la Libia per bloccare le partenze e non indaghiamo sul come. Un atteggiamento che ha alle spalle una realtà di cui bisognerebbe prendere atto: il traffico di esseri umani è un’attività economica redditizia, pienamente integrata nel mercato mondiale (e non solo in quello illegale, a dirlo è l’OCSE) e che qualcuno si illude (o fa finta per opportunità politica) di poter regolare. Ce lo conferma anche l’intervista con Giulia Crescini, dell’ASGI, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, che sottolinea come per l’Europa il controllo dei flussi sia diventato la chiave per andare in Africa e portare avanti interessi puramente economici. EUROPA Il tema dell’immigrazione è sempre più anche la cartina di tornasole delle contraddizioni del processo di unificazione del capitalismo europeo. In questo senso Salvini viene rafforzato dalla crisi attraversata dalle leadership francese e tedesca. Macron interviene in modo scomposto, pressato dalle critiche al suo iniziale silenzio, criticando l’Italia sulla vicenda Aquarius, ma alla fine è costretto a ritrattare, finendo per apparire debole persino a confronto di un premier come Conte. Merkel viene inghiottita in uno scontro sui migranti col suo Ministro degli Interni e capo della CSU bavarese, Horst Seehofer, da cui dovrebbe uscire attraverso una ‘soluzione europea’ al problema migratorio a cui non crede neanche lei. MONDO L’accordo raggiunto una settimana fa da Trump e Kim a Singapore lascia le cose come stanno ma accontenta tutti, perché entrambe possono dire di avere vinto sapendo in cuor loro almeno di non avere perso. Pubblichiamo il succinto testo della ‘Dichiarazione congiunta’ e un commento. GENOVA L’edizione 2018 del Pride nel capoluogo ligure assume un significato particolare per la partecipazione particolarmente alta, che appare anche frutto della polarizzazione politica in atto. Come ci confermano anche gli organizzatori, nel vuoto lasciato dalla sinistra in molti, anche giovanissimi, usano le occasioni a disposizione per manifestare contro la destra, che governa l’Italia da qualche settimana ma la Liguria e Genova ormai da qualche anno.

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