Newsletter120618: Giordania in sciopero contro carovita

MOBILITAZIONI La Giordania è attraversata da un’ondata di scioperi e manifestazioni inedite in un paese che è considerato tra i più stabili dell’area. Ad accendere le polveri è stata una riforma del fisco che, diminuendo le soglie di esenzione, colpirà gli strati superiori del lavoro dipendente e l’aumento dei prezzi di generi di consumo come pane e carburante, conseguenze di un prestito del FMI col relativo piano di ristrutturazione economica collegato. Trentatrè organizzazioni sindacali e associazioni professionali e un gruppo giovanile sono scesi in piazza chiedendo le dimissioni del Governo, del Parlamento e dello stesso re Abdullah II, che è stato costretto a rimuovere il Primo Ministro e a sostituirlo. Una situazione che suscita preoccupazioni nelle monarchie del Golfo, visto il ruolo che il regno hascemita gioca nella regione e la forte presenza di profughi palestinesi al suo interno in un momento di grande tensione nello scacchiere medio-orientale. ITALIA La politica della nuova coalizione giallo-verde sarà soprattutto la diretta conseguenza degli interessi sociali che i due partiti di governo, M5S e Lega, rappresentano nell’arena politica italiana. La nostra analisi della composizione sociale degli eletti nelle liste delle due forze politiche conferma la vocazione di entrambe a rappresentare l’ipertrofica classe media italiana travolta dalla globalizzazione e impaurita. PERSONAGGI Giuliano Cazzola. Chi era costui? Tra i maggiori critici del nuovo governo e nominato dalla tv supermegaesperto di pensioni, forse non tutti conoscono la lunga e ‘multiforme’ carriera di un uomo che è passato con nonchalance dalla CGIL al PSI a Berlusconi, da Berlusconi a Monti, da Monti ad Alfano, da acerrimo nemico di Mattarella a suo tifoso sfegatato, da difensore dei conti dell’INPS a suo allegro inquilino. ESTERI Mentre inizia lo storico (?) incontro tra Trump e Kim il presidente degli Stati Uniti si lascia alle spalle un G7 che lo ha visto nel ruolo del rottamatore, esponendolo a critiche sempre più furenti di un settore dell’establishment americano. Gli avversari interni di Trump cercano sempre più sfacciatamente sponda aldilà dell’Atlantico, mentre di solito siamo abituati al contrario. E’ il sintomo di una crisi senza precedenti della superpotenza.

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