Newsletter250619: ALGERIA ‘Aiutateci isolando i fondamentalisti’

Nella lunga intervista che abbiamo fatto a Marieme Helie Lucas, sociologa algerina e intellettuale femminista politicamente attiva già negli anni della lotta di liberazione nazionale, analizziamo il filo che congiunge l’ALGERIA di quel periodo e dei primi anni dell’indipendenza all’attuale situazione politica. Con lei affrontiamo anche il tema di un possibile ritorno del fondamentalismo islamico alla ribalta in quel paese, 30 anni dopo l’ascesa salafita culminata nel sanguinoso conflitto degli anni ’90. Marieme ammonisce la sinistra europea a scegliere bene i propri interlocutori nell’opposizione algerina. Un codismo acritico nei confronti di qualsiasi ‘mobilitazione di popolo’ infatti è speculare a quello adottato da chi invece si accoda ai conflitti di civiltà contro l’Islam. Nella seconda parte della newsletter di oggi lo SCONTRO USA-IRAN, uno scontro in cui emergono contraddizioni e divisioni all’interno della stessa borghesia americana, in parte desiderosa di concentrare le forze contro il vero pericolo – la potenza economica cinese – e in parte incapace di liberarsi dei vecchi coinvolgimenti in Medio Oriente.

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Newsletter120419: Israele, la scomparsa dei laburisti

POLITICA Benyamin Netanyahu si conferma il leader di Israele anche per i prossimi anni, ma la vera novità di queste elezioni è la disfatta del Partito Laburista, che vede la propria rappresentanza parlamentare ridotta a un terzo. Le ragioni di questo risultato elettorale sono certamente radicate nel fallimento del processo di pace tra israeliani a palestinesi, ma anche alle posizioni assunte dai laburisti sulla questione sociale, un terreno su cui essi sembrano condividere la stessa sorte di altri importanti partiti dell’Internazionale Socialista. LOTTE In Algeria il tentativo di gestire in modo gattopardesco la transizione dopo le dimissioni di Bouteflika si scontra con una reazione popolare di cui sono protagonisti in queste ore gli studenti e il movimento sindacale indipendente, che ha convocato uno sciopero generale. La repressione contro le manifestazioni di questi ultimi giorni potrebbe essere un tentativo della vecchia guardia di far degenerare la protesta in modo da creare le condizioni per un intervento dell’esercito, come 8 anni fa in Egitto. CINQUESTELLE Un piccolo scandalo suscitato nei giorni scorsi dalle rivelazioni dell’edizione torinese di Repubblica riguardo agli indebiti compensi di Giovanni Foti, amministratore delegato dell’azienda di trasporto del Comune guidato da Chiara Appendino, conferma quanto avevamo osservato un anno fa a proposito della ‘collaborazione’ tra la sindaca a cinque stelle e il governatore dem del Piemonte.

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Newsletter260319: FridaysForFuture, già spaccati?

AMBIENTE Nei giorni scorsi abbiamo scoperto che già prima della manifestazione del 15 marzo gli studenti in lotta contro i mutamenti climatici (o forse è più corretto dire i loro rappresentanti) in Italia si erano spaccati. Dietro una vicenda abbastanza singolare, che ricostruiamo nei particolari, emerge un dato politico: la conferma che la mobilitazione è qualcosa di più complesso di un fenomeno totalmente spontaneo o di un complotto ordito da un pugno di manipolatori occulti. E allo stesso tempo che lo scontro esploso in Italia appare il frutto di un corto circuito tra i diversi livelli organizzativi e i differenti interessi presenti al suo interno. POLITICA In Algeria la situazione non si è normalizzata dopo il rientro di Bouteflika e il ritiro della sua candidatura (ma anche il rinvio delle elezioni). All’orizzonte la possibile liquefazione del blocco sociale che sosteneva il vecchio presidente, di cui l’esercito, la centrale sindacale UGTA e l’associazione degli imprenditori algerini e l’associazione dei veterani della guerra di indipendenza sono i pilastri. Ma le prime crepe segnano anche la coalizione politica che lo aveva sostenuto e lo stesso Front de Libération National. SINDACATO ArcelorMittal il colosso indiano della siderurgia che da pochi mesi gestisce l’ILVA è alle prese con un’altra dura lotta sindacale. Dopo l’Ucraina questa volta a scioperare sono i lavoratori dei sei impianti sudafricani, dove il NUMSA, il sindacato nazionale dei metalmeccanici, contesta l’abuso di lavoro precario e le basse paghe dei dipendenti in affitto.

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Newsletter120319: la Primavera algerina?

POLITICA L’Algeria che era stata ‘risparmiata’ dalla Primavera Araba nel 2011 oggi potrebbe essere trascinata nel vortice di una ‘Primavera a scoppio ritardato’ dall’uomo che all’epoca aveva usato il pugno duro alle prime avvisaglie di pericolo. L’82enne presidente Abdelaziz Bouteflika annuncia di volersi candidare per la quinta volta ed è questo il motivo occasionale per cui decine di migliaia di persone scendono in piazza. Ma dietro le quinte, come sempre, ci sono conflitti di potere interni e internazionali. Una cronaca dei fatti e un’analisi delle loro cause. 8 MARZO La scelta fatta dal movimento femminista tre anni fa di adottare lo sciopero come arma per rivendicare l’uguaglianza di genere nella giornata internazionale della donna ha suscitato discussioni tra chi pensa che si tratti di un uso soltanto ‘simbolico’ e in qualche modo ‘improprio’ di uno strumento tradizionalmente sindacale e chi lo vede come un modo per superare le barriere tra il lavoro produttivo svolto dalle donne in azienda e quello riproduttivo svolto in famiglia. Una panoramica sui risultati e le modalità con cui lo sciopero si è svolto nel mondo ci aiuta a capire come le diverse organizzazioni sindacali hanno affrontato la questione nei diversi paesi, anche tenendo conto delle diverse condizioni concrete.

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