Newsletter160421: Aziende, i “furbetti” della pandemia

LAVORO&COVID A giudicare dalle cronache e dal dibattito politico pare che le vittime quasi esclusive degli effetti economici della pandemia siano le imprese: ristoratori, baristi, ma anche commercianti, squadre di calcio, aziende di trasporto e di costruzioni. Tutti oggi chiedono al Governo di intervenire per garantire loro quei fondi che, se destinati ai lavoratori, chiamano “sussidi”, se invece sono destinati a loro diventano più pudicamente “ristori” o “sostegni”. Una lettura della crisi che fa leva su una parte di verità – certo molte piccole attività sono state danneggiate gravemente – per nasconderne un’altra e cioè che ci sono imprese che grazie alla pandemia hanno fatto affari, anche a costo di mettere i dipendenti in cassa integrazione  pur non avendo perso un euro di fatturato. Nella newsletter di oggi parliamo di aziende che mettono in cassa integrazione i dipendenti e continuano a farli lavorare come se nulla fosse e di un settore economico – la vigilanza privata –  in cui i lavoratori già prima della pandemia guadagnavano 4-5 euro l’ora, ma a cui per rinnovare il contratto scaduto da 5 anni si chiedono altri sacrifici, in nome della crisi.

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